Stampa mediorientale: "Imminente una visita in Libano o Giordania"

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Studenti in marcia, alcuni fermi e il fuoco del caso Leonarda che non si spegne. La vicenda della ragazzina rom di 15 anni, arrestata mentre si trovava in gita scolastica e immediatamente rispedita in Kosovo con la famiglia non smette di infiammare la Francia. Ieri gli studenti sono scesi in piazza per dimostrare contro l'espulsione della ragazza e quella di Katchihik, un altro studente armeno sans papier rimpatriato, per chiedere che la scuola non venga utilizzata per operazioni di polizia e chiedere le dimissioni del ministro dell'Interno Manuel Valls. Proprio il ministro si è dovuto difendere dal fuoco amico, dall'accusa cioè di non essere abbastanza di sinistra per le sue politiche anti rom e immigrati.

Intanto ha parlato ieri il padre della ragazza, Resat Dibrani, 47 anni, che pare tra l'altro si sia macchiato di violenze fisiche nei confronti della moglie e della figlia, che sarebbero state picchiate causandogli problemi con la giustizia. L'uomo sostiene che Leonarda, la moglie e i suoi figli siano nati tutti in Italia e non in Kosovo e di aver dunque mentito alle autorità francesi sulla loro origine per riuscire a ottenere asilo politico. poi ha aggiunto: «Aspettiamo solo di rientrare in Francia. Non vogliamo stare qui neanche un attimo.

Leonarda è depressa, piange tutto il giorno, vive rinchiusa in casa e non vuole uscire». Leonarda e la sua famiglia erano entrati in Francia illegalmente il 26 gennaio 2009. Appena arrivati, avevano presentato domanda di asilo, respinta più volte.

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