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Italiani rapiti in India: si tratta coi maoisti

Paolo Bosusco e Claudio Colangelo rapiti mentre scattavano foto ad alcune donne in riva a un fiume. I sequestratori hanno chiesto riscatto, rilascio di 3 prigionieri politici. Sospese le operazioni militari del governo, come chiesto dai maoisti. Il leader dei ribelli: "I turisti stranieri ci trattano come scimmie". GUARDA LE FOTO

Italiani rapiti in India: si tratta coi maoisti

Di mezzo ci sono i soldi ma non solo. I sequestratori dei due turisti italiani rapiti ieri nello  stato dell'Orissa, in India, in un messaggio audio hanno chiesto un riscatto ma posto anche delle condizioni al governo. Condizioni "politiche": la fine della guerriglia che lo Stato ha scatenato contro di loro nel novembre del 2009, mettendo in campo oltre 70mila uomini e il rilascio di 3 prigionieri politici. Il governo per il momento si è limitato a sospendere le operazioni militare contro i maoisti.

La Farnesina intanto ha confermato l’identità dei due italiani rapiti  ed è in continuo contatto con le famiglie del piemontese Paolo Bosusco (a destra nella foto), originario di Condove in provincia di Torino, e di Claudio Colangelo, di Rocca di Papa (Roma). Il rapimento dei due uomini sarebbe avvenuto il 14 marzo. In un audio-messaggio, il leader dei maoisti in Orissa, Sabyasachi Panda, ha detto che si deve aprire subito una trattativa sul documento contente 13 rivendicazioni diffuso dal movimento nel febbraio 2011, fra i quali il rilascio dei prigionieri politici e la sospensione dell’Operazione Greenhunt contro la guerriglia maoista.

Al momento del rapimento gli italiani erano accompagnati da un cuoco e un autista indiani. I due, e il veicolo su cui viaggiavano, sono stati rilasciati in un secondo momento dai ribelli. Il sequestro, spiega un ufficiale dello stato indiano di Orissa, è avvenuto mentre gli italiani erano in cammino nella zona di Daringibadi.

I maoisti: ci fotografano come scimmie

"Abbiamo arrestato due turisti italiani - dice nell'audiomessaggio il leader maoista Panda - che come centinaia di turisti stranieri trattano la gente locale come scimmie e oggetti ridicoli. Questo è contro l'umanità e vogliamo che la popolazione si sollevi".

Scontro interno ai comunisti maoisti

Ci potrebbe essere uno scontro in seno al partito comunista indiano (Maoisti) dietro al rapimento dei due italiani. Lo ipotizza l’emittente NDTV sul suo sito internet. Il sequestro, infatti, è stato rivendicato da Shabhasachi Panda, il leader dei Maoisti in Orissa, un "moderato" che si è schierato in passato contro gli omicidi indiscriminati commessi dai maoisti. Ultimamente avrebbe perso influenza all’interno del movimento, a vantaggio dei gruppi che portano avanti una linea più dura. È la prima volta, tra l'altro, che i maoisti rapiscono due stranieri.

La Procura di Roma apre un'inchiesta

Aperto un fascicolo dalla procura di Roma sul rapimento di Bosusco e Colangelo. Sequestro di persona con finalità di terrorismo il reato configurato dal sostituto procuratore, Erminio Amelio.

L'ambasciatore in India: non ho notizie

"Non abbiamo nessuna notizia" sulle condizioni di salute degli italiani rapiti. Lo ha detto, in un’intervista al Tg1, l’ambasciatore italiano a Nuova Delhi, Giacomo Sanfelice, che ha comunque assicurato che l’ambasciata è in stretto contatto con le autorità locali e che il console generale a Calcutta, Joel Melchiori è arrivato nella zona dove è avvenuto il rapimento. Il governatore dello Stato indiano dell’Orissa, Naveen Patnaik, ha lanciato un appello ai maoisti affinché rilascino immediatamente i due italiani per "ragioni umanitarie". Solo dopo, ha aggiunto, "saremo disponibili a discutere" sulle richieste dei ribelli.

"Condanno questo crimine", ha aggiunto il governatore, attorniato dai giornalisti.

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