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"Legalizziamo la cannabis": la ministra imbarazza Hollande

Gaffe di Cécile Duflot, responsabile delle Politiche abitative e leader dei Verdi, che contraddice il programma del presidente. L'imbarazzo del premier: "Il governo non ha detto nulla" sull'argomento

"Legalizziamo la cannabis": la ministra imbarazza Hollande

Aveva già stupito mezzo mondo presentandosi in jeans all'Eliseo, in occasione del primo Consiglio dei ministri della nuova era Hollande. Ma ora la trentasettenne Cécile Duflot, la leader dei Verdi nominata ministro per le Politiche abitative dal neo presidente socialista di Francia, più che orgoglio è diventata tallone d'Achille della "gauche" al potere. La ragione? Dichiarazioni in libertà, rilasciate senza rispettare i contenuti del programma elettorale che ha garantito la vittoria di "monsieur normal", a proposito di un tema delicatissimo: il consumo di droghe, seppur "leggere". Ai microfoni di radio (Rmc) e tv (Bfmtv), l'ecologista Duflot si è detta apertamente favorevole alla legalizzazione della cannabis. "L'obiettivo è duplice - ha spiegato - far diminuire il traffico di stupefacenti e la violenza e avere una politica di salute pubblica. Bisogna capire - ha concluso - che la cannabis è come l'alcol e il tabacco, stesso regime: serve una politica di salute pubblica e di prevenzione, in particolare verso i più giovani".
Sarà per ingenuità politica o semplicemente per coerenza (da sempre i Verdi sostengono questa posizione) fatto sta che madame Duflot fa scivolare il governo francese sulla prima contraddizione, la prima buccia di banana, a quattro giorni dal primo turno delle politiche del 10 giugno per il rinnovo dell'Assemblea nazionale. Imbarazzo a sinistra. Fermezza e disappunto del primo ministro Jean-Marc Ayrault che si è premurato a precisare: "Il governo non ha detto nulla" sull'argomento. La diretta interessata ha cercato di rimediare sostenendo di aver parlato come segretaria nazionale di "Europa-Ecologia-I-Verdi" (Eelv): "So che non è la posizione del governo ma sono segretaria di un partito e dico qual è la nostra posizione".
Ma intanto è già cominciato il tiro al bersaglio. Non solo a destra. "Ayrault avrebbe dovuto chiedere alla Duflot di lasciare la guida del partito, in questo modo avrebbe evitato stupidaggini del genere", ha commentato un dirigente socialista a Libération. Commenti al vetriolo anche sulla ingenuità politica della ministra: "Questo prova che non ha ancora compreso le sue funzioni". Dall'altra parte l'Ump, il partito dell'ex presidente Nicolas Sarkozy, a caccia di riscossa nel voto di domenica, cavalca soprattutto l'onda della mancanza di coerenza nell'esecutivo e parla di "cacofonia di governo", di "sinistra lassista" e "irresponsabile". Col grave imbarazzo di Hollande che alla vigilia del primo turno delle presidenziali aveva detto no alla cannabis, seppur in maniera contorta: mi rifiuto "di dare il minimo segnale di rinuncia alla dissuasione per quanto riguarda il consumo di cannabis".

E Manuel Valls, oggi ministro degli Interni: "Mi oppongo a qualsiasi concessione, anche in nome dei valori della gauche".

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