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Mercedes «fuori norma» La Francia scatena un caso diplomatico

Mercedes «fuori norma» La Francia scatena un caso diplomatico

ParigiAcquistare una Mercedes in Francia e vedersi consegnare un'auto di cortesia. Succede Oltralpe dal 1° luglio. Da quando Parigi ha deciso di bloccare l'immatricolazione di Mercedes-Benz Classe A, Classe B e CLA fabbricate dopo il 12 giugno. Tutta colpa di un gas refrigerante bandito dalle norme Ue, considerato di eccessivo impatto ambientale, con cui le macchine tedesche sono state prodotte e commercializzate.
Accanto alla motivazione ufficiale, che ha spinto Parigi ad agire su un'ampia fetta di mercato - il divieto riguarda circa il 50% dell'immatricolato Mercedes in Francia, 29mila vetture -, c'è la preoccupazione della Commissione europea: senza un chiarimento, si potrebbe innescare una reazione a catena. Il commissario all'Industria, Antonio Tajani, sta affrontando con gli ambasciatori dei 28 Stati il sospetto che Mercedes abbia fatto omologare dall'Agenzia tedesca per l'automobile i veicoli nuovi, in modo da beneficiare anche per questi della proroga accordata ai vecchi modelli prima di adeguarsi alla direttiva Ue sul gas.
Il 10 giugno la Commissione aveva già inviato una lettera alle autorità tedesche, nell'ambito della procedura «Eu Pilot», cioè una lettera preliminare all'avvio di una procedura d'infrazione. Si chiedeva di spiegare perché la Daimler si è opposta all'introduzione del nuovo gas refrigerante, R1234yf, che nel 2013 ha preso il posto del vecchio R134a. Nel settembre scorso la Daimler, che produce le auto Mercedes, lo ha definito pericoloso in quanto in alcuni casi rischierebbe di infiammarsi. Aggiungendo di aver ottenuto i permessi dell'Authority tedesca Kba e di potere quindi vendere in Europa. Sono seguiti test, condotti sia dall'azienda di Stoccarda, sia da altre case.
La maggior parte hanno dimostrato che il nuovo gas era sicuro, convincendo la Commissione a renderlo obbligatorio e a bandire le auto di nuova immatricolazione i cui impianti Ac fossero stati caricati ancora con il vecchio refrigerante. Decisione messa nero su bianco su specifica direttiva, che dà il compito ai singoli Paesi di farla rispettare. L'Authority tedesca Kba autorizzava, invece, la vendita con un gas di fatto bandito.
Anche se in modo poco esplicito, nel testo si capisce che un Paese può decidere di bloccare le immatricolazioni. La Francia ha dunque dichiarato «non immatricolabili» le Mercedes e le concessionarie sono state costrette a consegnare auto di cortesia. La denuncia è stata fatta a mezzo stampa dalla versione on line del settimanale tedesco Spiegel, che ha cercato di decrittare la direttiva Ue: per procedere a un blocco delle importazioni o delle immatricolazioni è necessario segnalare il problema in sede Ue, con argomentazioni tecniche che documentino i dubbi o le prove in materia di «immatricolabilità»: solo dopo questo passaggio il blocco può essere attuato da un singolo Paese. Forse la Francia ha corso troppo. Ma il mirino della Commissione è puntato soprattutto sulla casa automobilistica.
Ieri un primo tentativo di mediazione. Tajani ha invitato i 28 ad assistere la Commissione nella ricerca di soluzioni «urgenti», per ripristinare la conformità del mercato interno. «Attualmente sul mercato europeo vi sono veicoli che, secondo un'analisi preliminare, non sono conformi al loro modello omologato e non ottemperano agli obblighi della direttiva Mac. Perciò - ha spiegato - non possono essere venduti o immatricolati nella Ue».
Una doccia fredda per la Mercedes, che solo pochi giorni fa, per bocca del vice responsabile vendite e marketing, Joachim Schmidt, spiegava: «Il primo semestre è stato positivo e prevediamo di continuare a crescere». Da gennaio a giugno, le immatricolazioni di Mercedes hanno registrato un ottimo andamento in Asia, con un boom in Giappone.

L'Europa ora rischia.

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