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È morto in Giappone "l'ultimo soldato" dell'esercito imperiale

Il giapponese Hiroo Onoda aveva deposto le armi nel 1974, ventinove anni dopo la fine del conflitto

Hiroo Onoda in una foto nel 1974, nell'atto di consegnare le armi
Hiroo Onoda in una foto nel 1974, nell'atto di consegnare le armi

È morto "l'ultimo soldato" dell'esercito imperiale giapponese. Hiroo Onoda, 91enne ex ufficiale dell'intelligence del Sol Levante, aveva deposto le armi soltanto nel 1974, nel giorno del suo 52esimo compleanno, ben ventinove anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale.

Onoda aveva continuato per anni a seguire l'ordine che gli era stato dato nel 1944: spiare i soldati americani sull'isola filippina di Lubang. Si era arreso soltanto quando il suo ex comandante lo aveva raggiunto e aveva annullato le sue direttive. Molti suoi compagni avevano smesso di combattere nel febbraio del '45, dopo l'arrivo delle truppe americane, altri rimasero dispersi per anni.

In Giappone lo avevano accolto come un eroe, così come un'accoglienza calorosa era stata tributata a Shoichi Yokoi, un altro soldato che era uscito dalla giungla soltanto nel 1972.

In un'intervista rilasciata nel 1995 all'Associated Press, Onoda aveva ricordato i trent'anni in cui aveva combattuto, anche dopo il termine della guerra. "Non li considero una perdita di tempo", aveva detto, aggiungendo: "Vorrei che qualcuno potesse mangiare e dormire per me, così da poter lavorare 24 ore al giorno".

Onoda è morto d'infarto in un ospedale di Tokyo, dove si trovava ricoverato dal sei gennaio. Il portavoce del governo giapponese, Yoshihide Suga, ha espresso il suo cordoglio alla famiglia.

"Quando tornò in Giappone - ha detto - pensai che la guerra era finalmente finita".

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