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Mosca preferisce l'ordine alla rivolta

Il sindaco putiniano in netto vantaggio, gli avversari contestano. Ma la metropoli è governata bene

Mosca preferisce l'ordine alla rivolta

Un monumento del giornalismo come Le Monde elegge Mosca fra le città più vivibili al mondo. E non si tratta di un capriccio à la Gerard Depardieu, l'attore francese fuggito in Russia per l'amicizia con il suo presidente, Vladimir Putin, e uno sconto consistente sulle tasse: immensa, rumorosa e colorata, con le vecchiette che vendono verdura sulla strada Arbat, i banchi azeri di frutta secca dell'Azerbaijan e i palazzi ultramoderni, Mosca è un sogno per migliaia di francesi. L'accesso a internet è quasi universale, racconta il Monde, si trova negli aeroporti, sulla linea metropolitana in quattordici parchi della città. I ristoranti sono aperti per tutta la notte, i teatri sono pieni, i locali spuntano ovunque in questo centro da 12 milioni di abitanti, una metropoli che cresce continuamente nonostante il resto del Paese sia scivolato, ormai da anni, in una crisi demografica che preoccupa persino il Cremlino.
Ed è questa la città che ieri è andata alle urne per scegliere il nuovo governatore: due i candidati principali, da una parte Sergei Sobyanin, l'uomo del Cremlino che ha guidato Mosca negli ultimi tre anni, e Alexei Navalny, avvocato, blogger e leader della nuova opposizione russa, quella che punta soprattutto sul voto sui giovani e si muove sui social network. Secondo i primi dati diffusi dalla commissione elettorale, Sobyanin avrebbe un comodo 57,7%, ma Navalny contesta il 21,6% che gli è stato assegnato e afferma di aver avuto il 35,6 contro il 46% dell'avversario, il che comporterebbe un ballottaggio. Sobyanin è considerato uno dei politici più vicini a Putin, tanto da guidare l'Amministrazione del Cremlino per cinque anni, dal 2005 al 2010. Proprio nel 2010 Putin gli ha affidato le chiavi della capitale, e da allora Sobyanin ha dato il via libera a lavori importanti nelle strade di Mosca - lavori che hanno anche sollevato polemiche, dato che la moglie del governatore è impegnata nel settore delle costruzioni. Su questo aspetto ha puntato Navalny nella sua campagna coraggiosa e disperata. I sondaggi della vigilia lo davano al 18 per cento, gli exit poll gli attribuiscono qualche in punto in più, con la forbice che oscilla fra il 25 e il 30, è una quota elevata per un politico dell'opposizione, ma non basta a impensierire il Cremlino. Nelle ultime settimane Navalny ha scavato nei documenti, ha portato sotto il naso degli elettori le carte che provano l'enorme ricchezza personale messa insieme da Sobyanin, le proprietà intestate ai figli e ai parenti più stretti. A quanto sembra, però, non è stato abbastanza per convincere Mosca che è arrivato il momento di voltare pagina. E la sconfitta in questo voto non è la notizia peggiore per il blogger: su di lui pende una condanna per reati fiscali pronunciata alla vigilia della campagna, un verdetto sospeso con una procedura piuttosto stravagante proprio per consentirgli il confronto elettorale. A questo punto nessuno sa dire quale sorte toccherà a Navalny, se finirà in arresto o se gli sarà permesso di restare libero (e quindi di fare politica) in attesa che la giustizia completi il suo corso.
Mosca non era l'unico centro in gioco in questo fine settimana, e una fortuna maggiore dal punto di vista dei risultati potrebbe toccare a Evgeni Rozman, in corsa nella città di Ekaterininburg. Rozman ha deciso di partecipare alla campagna dopo l'invito di Mikhail Prokhorov, il miliardario che ha sfidato Putin alle ultime presidenziali e ha raccolto un misero 9 per cento: alla chiusura delle urne ha annunciato la vittoria, ma manca una conferma. E fra gli analisti si fa strada un'ipotesi alternativa: è possibile che il voto di ieri rafforzi soprattutto i comunisti, a scapito di Navalny e degli altri rappresentanti della nuova opposizione russa.

New York alle urne per iniziare a scegliere il dopo Bloomberg. Domani si terranno le primarie democratiche e repubblicane per selezionare i due candidati che si affronteranno per diventare sindaco. Fra i repubblicani sono in corsa solo tre nomi - Joseph Lotha (favoritissimo), John Catsmatidis e George McDonald - e tra i democratici ben n sette: Bill De Blasio (foto), di origini italiane, sopravanza nei sondaggi Christine Quinn, la preferita del «New York Times» che è anche la prima donna e omosessuale dichiarata a candidarsi. Seguono William Thompson, John Liu, Sal Albanese, il reverendo Erick Salgado e l'ex deputato Anthony Weiner, noto soprattutto per uno scandalo sessuale.


Nessuno in Occidente parla quasi più del partito comunista russo, ma anche a Mosca esso ha il suo peso e il suo candidato ha un carisma sufficiente a tenerlo in gara


Favorito della vigilia, il sindaco uscente è un fedelissimo del presidente Putin e gode di ampia popolarità per aver migliorato la vivibilità di Mosca: sondaggi oltre il 52%


Ostacolato in ogni modo dai putiniani, il blogger più famoso della Russia spera almeno di costringere il candidato del presidente a un ballottaggio

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