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«Nostro padre fu ucciso dalla Cia» e dopo 60 anni citano il governo Usa

Eric e Nils Olson sostengono che il padre Franck non si uccise lanciandosi da una finestra ma fu ucciso dai servizi segreti americani. Eminente biologo, aveva lavorato in un laboratorio dell'esercito, dove era venuto a conoscenze di esperimenti sugli effetti dell'Lsd, effettuati usando ignari cittadini come cavie

Potrebbe a breve essere svelata negli Stati Uniti una delle più appassionati «spy story» del dopo guerra, un segreto tenuto gelosamente custodito dalla Cia dal 1953. La morte di Frank Olson, precipitato dal 13° piano di un albergo, un episodio per il quale già nel 1975 le autorità americane fecero una mezza ammissione di responsabilità. Il Governo infatti ammise che l'uomo, un famoso scienziato, era impazzito per gli esperimenti sul droghe e sostanze psicotrope che svolgeva per conto dell'Amministrazione, e risarcirono con 750mila dollari i famigliari. Ora però, in base a nuovi accertamenti, i figli di Olson, Eric e Nils, hanno citato la Casa Bianca sostenendo che il loro padre è stato assassinato da agenti segreti del suo stesso Paese.
Frank Olson, laureato in biologia, fu uno dei primi scienziati a lavorare a Fort Detrick nel Maryland, l'impianto di guerra biologica dell'esercito americano, direttamente controllato dalla Central intelligence agency, l'agenzia di spionaggio americano. I suoi studi rientravano nel cosiddetto programma «MK-ULTRA» e avrebbero riguardato oltre alle armi biologiche, tra le quali anche l'antrace, anche lo studio di tossine e droghe sulla mente umana. Anche se da questo punto in poi il condizionale è d'obbligo trattandosi appunto di una «spy story». Gli studi di Olson in particolare si sarebbero incentrati sull'acido lisergico, meglio noto come Lsd, un allucinogeno sintetizzato nel 1938 partendo dall'ergot, un fungo parassita della segale, da Albert Hofmann nei Laboratori Sandoz di Basilea.
Nel corso del suo lavoro, Olson sarebbe rimasto sconvolto da alcune prove effettuate su «cavie umane» inconsapevoli, come gli abitanti di Point Saint Esprit, tranquillo villaggio della Linguadoca affacciato sul Rodano. Nell'agosto del 1951 circa 250 abitanti furono presi da improvvisa pazzia, con tentativi di omicidio e almeno cinque suicidi. La vicenda venne poi spiegata appunto come un contaminazione del famoso «ergot» nel pane usato da alcuni residenti. Ma ci fu qualcuno che vide in questa terribile vicenda la lunga mano della Cia che avrebbe contaminato le «baguette» con l'Lsd solo per verificarne l'effetto su un campione consistente di individui.
La vicenda avrebbe avuto un tragico epilogo un paio di anni dopo, esattamente il 28 novembre 1953, quando Olson si lanciò contro la finestra della sua stanza al 13° piano di un albergo situato in un isola al centro del lago Deep Creek, a tre ore di macchina da Fort Detrick. Un episodio inizialmente archiviato come suicidio, confermato dall'autopsia che avrebbe trovato sul corpo dello scienziato tagli e abrasioni su tutto il corpo compatibili le schegge di vetro della finestra rotta. Già nel 1975 però le autorità americane ammisero che non era andata proprio così. Effettivamente Olson si sarebbe suicidato ma perché sconvolto dai testi sull'Lsd effettuati su se stesso. Una sorta di «omicidio colposo» per il quale il governo ammise le proprie responsabilità risarcendo la famiglia con 750mila euro.
Una versione che però non ha mai convinto il maggiore dei figli di Olson, Eric che nel 1994 ottenne la riesumazione del corpo del padre e una nuova autopsia. Che, a dispetto della prima, non trovò alcuna ferita sul corpo di Olson, segno che non aveva attraversato nessuna finestra chiusa. I medici legali trovarono invece un vasto ematoma sulla parte sinistra del capo e una ferita al torace, traumi non necessariamente provocati dalla ipotetica caduta. Dunque Frank Olson non era impazzito in quella stanza d'albergo sul lago, ma era stato ammazzato all'interno della stanza e poi lanciato nel vuoto, inscenando un suicidio. Nel 1996 accogliendo questa ricostruzione il procuratore distrettuale di Manhattan aprì un'inchiesta per omicidio volontario, poi però archiviata per mancanza di indizi.
Ora però, a distanza di 16 anni, Eric, a cui si è affiancato il fratello Nils, è ritornato alla carica citando direttamente in giudizio il Governo federale. E questa volta indicando i colpevoli e avanzando anche un movente. Lo scienziato sconvolto dall'esperimento compiuto in Francia era entrato in una profonda crisi di coscienza, allarmando gli altri vertici dei servizi segreti. E quando i capi della Cia ebbero la certezza che Olson era sull'orlo di rottura e pronto a divulgare il tremendo segreto, mandarono alcuni sicari a farlo fuori.
Appresa la notizia, l'Agenzia, attraverso la sua portavoce Jennifer Youngblood, ha fatto sapere che non intende commentare l'accusa fintanto che questa sarà materia di una corte di giustizia. Anche se poi la Youngblood ricorda come «L'attività della Cia relativa al programma MK-ULTRA ha subito molte e approfondite inchieste in questi anni e che l'Agenzia ha puntualmente cooperato con le indagini». La portavoce ha poi ricordato come decine di miglia di pagine relative al programma MK-ULTRA siano state desegretate e rese note al grande pubblico.

Una spiegazione che non sembra convincere i fratelli Olson dell'estraneità della Cia alla morte del loro padre.

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