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Obama alza i salari e sfida il Congresso

Dopo un 2013 flop, si smarca dalle Camere e impone un decreto: la paga minima passa da 7 a 10 dollari

Obama alza i salari e sfida il Congresso

New York - «Affaticata», «scivola verso il basso», «va nella direzione sbagliata»: così ha descritto l'America la maggior parte delle persone intervistate per un sondaggio, alla vigilia dell'annuale discorso del presidente sullo Stato dell'Unione. È in un'atmosfera di pessimismo, con il 59% della popolazione che ammette d'essere «preoccupato» per il futuro e soltanto il 43% degli americani favorevole al suo operato, che Barack Obama ha preparato il suo discorso alla nazione, pronunciato davanti al Congresso e alle telecamere di tutto il mondo ieri, nella notte in Italia.

Soltanto l'ex presidente George W. Bush, dagli anni 30 a oggi, ha iniziato il suo sesto anno in carica in una situazione peggiore, mostrano i dati di Wall Street Journal e Nbc. Il 2013 è stato definito da molti giornali in America come l'«annus horribilis» di Obama. La divisione del Congresso - la maggioranza alla Camera è repubblicana - ha bloccato spesso i piani del presidente, rallentati anche dall'emergere di crisi di politica estera.
La frustrazione della popolazione non poteva che essere affrontata da Obama e dalla sua squadra con la costruzione di un discorso mirato a iniettare energia e ottimismo nel 2014. E non soltanto grazie ai contenuti. Da giorni, lo staff del presidente usa i social network per coinvolgere i cittadini in uno dei momenti centrali dell'anno politico. A turno, ghostwriter, assistenti e consiglieri hanno gestito in queste ore il profilo Instagram della Casa Bianca per condividere fotografie di vita quotidiana nella West Wing: appunti appoggiati vicino a tazze di caffè con il sigillo presidenziale, incontri con gli esperti e telefonate ai cittadini, Obama chino sulla sua scrivania, concentrato. Le immagini del presidente intento a dare forma al suo discorso e gli invitati eccellenti della First Lady Michelle - due sopravvissuti all'attentato alla maratona di Boston e il primo giocatore di pallacanestro gay che ha fatto coming out nell'Nba - non sono sufficienti però a cambiare l'atmosfera.

Il presidente Obama a sei mesi dalle elezioni di metà mandato deve inviare un messaggio di solidità. Nel suo discorso ha deciso di spiegare agli americani come, nel 2014, per portare avanti le riforme cercherà di fare a meno di un Congresso che lo ha bloccato in passato, utilizzando i poteri esecutivi del suo governo. Lo farà, ha spiegato, «con la penna e il telefono»: firmando decreti presidenziali e mobiliando il settore privato. E così, il discorso sullo Stato dell'Unione è servito a Obama ad annunciare il primo colpo di penna: nei prossimi giorni sarà alzato il salario minimo dei lavoratori federali - collaboratori e consulenti esterni - bloccato dal 2009, da 7,25 a 10,10 dollari (da 5,3 a 7,4 euro). La mossa secondo i democratici è necessaria per una ripresa economica più equilibrata e colpisce i repubblicani che si oppongono alla trasformazione e alla richiesta di Obama, anche per altri settori, di un'indicizzazione del compenso orario all'inflazione. I conservatori temono la perdita di posti di lavoro. Obama vuole affrontare il divario economico e le disparità di reddito. La questione è stata amplificata nel dibattito politico dei mesi passati dai democratici più progressisti - dal sindaco di New York Bill de Blasio al senatore del Massachusetts Elizabeth Warren.

Se il presidente punta nel 2014 a difendere dalle critiche della Camera la sua riforma sanitaria, un tema sul quale potrebbe lavorare assieme al Congresso, e non scavalcarlo, è invece l'immigrazione: il presidente punta quest'anno all'introduzione di nuove leggi e sa bene che i repubblicani sono interessanti ad attrarre l'elettorato di origini latino-americane e asiatiche in vista delle presidenziali del 2016.
Twitter: @rollascolari

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