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Obama e l'Ue: non riconosciamo un voto illegale

Oggi a Bruxelles i Ventotto decidono le sanzioni contro la Russia

Barack Obama al telefono ieri con Vladimir Putin
Barack Obama al telefono ieri con Vladimir Putin

Un temporaneo accordo militare tra Mosca e Kiev sembra essere la reazione più significativa al più che scontato plebiscito uscito dalle urne ieri in Crimea. Il ministro della Difesa russo Shoigu e il comandante delle forze di Marina ucraine Gaiduk hanno annunciato una tregua che fino a venerdì 21 garantirà le basi ucraine presenti nella penisola che ieri si è proclamata indipendente da Kiev.
Venerdì infatti la Duma (il Parlamento) di Mosca esaminerà (ovvero approverà) una nuova legge che è fatta su misura per la situazione in Ucraina e che potrà tornare comoda in altre simili ovunque all'estero vi siano minoranze russe in cerca di «aiuto fraterno»: essa prevede la possibilità di procedere all'annessione di territori stranieri solo sulla base di una loro richiesta basata su referendum, senza bisogno di trattati internazionali. Ieri fonti della Duma hanno chiarito che entro fine mese le procedure per l'annessione saranno concluse e la Crimea diventerà parte della Russia. A completare il quadro ci sono le esplicite minacce rivolte dai nuovi governanti di Simferopoli ai militari ucraini in Crimea, che dal momento della vittoria filorussa nel referendum di ieri sono considerati fuorilegge sul territorio secessionista.
Mentre Vladimir Putin (che ha sentito Obama in una lunga telefonata) ribadisce sfacciatamente l'intenzione di Mosca di «rispettare» il risultato del referendum crimeano, americani ed europei ripetono che per loro si è trattato né più né meno che di una sceneggiata illegale. Per la Casa Bianca «il voto, tenuto sotto la minaccia e l'intimidazione dell'esercito russo, viola le leggi internazionali». Washington invita pertanto tutta la comunità internazionale «a condannare le azioni» della Russia, «a intraprendere passi concreti per imporre dei costi» e a «sostenere la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina».
Parole simili arrivano dall'Ue: il referendum «è illegittimo e il suo risultato non sarà riconosciuto dall'Unione Europea». Oggi a Bruxelles un vertice dei ministri degli Esteri dei Ventotto avrà la crisi ucraina come tema principale: sul tavolo le sanzioni da infliggere alla Russia. Il ministro italiano Federica Mogherini sostiene con i partner l'illegittimità del referendum ma spiega che c'è «ancora spazio per fermare la crisi.

Tutti i canali diplomatici restano aperti», a patto che Mosca «non annetta la Crimea».

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