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Obama-Romney, dai sondaggi solo caos

Una rilevazione smentisce l'altra: sarà incertezza fino all'ultimo. E i duellanti lanciano l'affondo finale

New York - «Ci siamo, chiedo la spinta finale, l'ultimo sforzo per portarci lì, alla Casa Bianca, perché io non rappresento un partito ma una nazione intera». È l'appello caloroso ma disperato di Romney, lanciato ieri dalla cittadina di Portsmouth, nel New Hampshire (altro Stato in bilico ma con Obama avanti di 2-4 punti), di fronte a 18 mila persone che hanno fatto un tifo da stadio per più di un'ora.
È stata quella la folla piu' numerosa che Romney abbia mai avuto da quando ha iniziato a fare comizi dal luglio del 2011. Ma si vedeva e si sentiva nell'aria che il suo appello era disperato, in quanto gli ultimi exit poll lo condannano al fotofinish e per una manciata di voti. Nel sondaggio diffuso ieri dalla Nbc-Wall Street Journal, Obama è in testa di sei punti nello Stato chiave e industriale dell'Ohio che assegna 18 delegati. Il presidente avrebbe il 51%, mentre Romney arranca al 45%. E questo risultato da solo sarebbe sufficiente a Obama per essere rieletto alla Casa Bianca.
Brutte notizie arrivano per Romney anche dalla Florida (29 delegati in palio), dove veniva dato in testa nei sondaggi da due settimane. Secondo lo stesso exit poll della Nbc-Wall Streel Journal invece in Florida si sarebbe rovesciata la situazione. Obama è in testa con 49 punti, mentre Romney insegue con 47. E i 29 delegati floridiani basterebbero da soli per rieleggere Obama.
Ma dopo poche ore, come in un film hollywoodiano dove si susseguono i colpi di scena, mentre Romney vola in Virginia per un comizio organizzato in tutta fretta in 24 ore, in quanto in questo Stato ci sarebbe una sua rimonta all'ultimo minuto e ora sarebbe quasi alla pari con il presidente democratico, arriva dalla Florida una buona notizia per il candidato repubblicano. Secondo un sondaggio locale targato Tampa Bay-Miami Herald, i due maggiori quotidiani del Sun State, sarebbe infatti in testa con un largo e sicuro margine: il 51 per Romney e il 45 per Obama. Da perderci la testa.
Ma anche vincendo la Florida, Romney perderebbe di fatto la Casa Bianca. Il candidato repubblicano deve trionfare per forza in Ohio per raggiungere la soglia dei 270 delegati necessari per vincere le elezioni. E in Ohio, che conta 11,5 milioni di abitanti dei quali circa un milione lavora per l'industria dell'auto e per il suo indotto, la stragrande maggioranza degli operai e metalmeccanici e dei loro familiari voterà per Obama. La partita si gioca soprattutto nella contea di Hamilton, la più popolosa con i suoi 800 mila abitanti. Qui nella città di Toledo c'è la fabbrica della Jeep: ed è prevedibile che i suoi operai, votando in massa per Obama, lo riconfermeranno alla Casa Bianca.
Poi ci sono altri Stati in bilico come l'Iowa, dove i due candidati ieri hanno tenuto due comizi diversi a poche ore di distanza nella stessa cittadina di Dubuque, che conta meno di sessantamila abitanti. Frenetici come trottole, i duellanti si sono poi diretti in Stati lontanissimi l'uno dall'altro: Obama nella traballante Virginia, Romney nell'equilibratissimo Colorado.


E di nuovo Romney e Obama, dopo una serie di altri frenetici comizi organizzati in questo weekend tra l'Ohio e il New Hampshire, domani pomeriggio entrambi chiuderanno la loro campagna elettorale nel solito Iowa, questa volta sul meno periferico palcoscenico della capitale Des Moines.

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