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Schulz: "Votate un tedesco come me solo così comanderemo l'Ue"

Volantino choc del canidato alla presidenza della Commissione europea: "Votate un tedesco"

Schulz: "Votate un tedesco come me solo così comanderemo l'Ue"

Martin Schulz ha gettato la maschera. "Solo votando Martin Schulz e la Spd - si legge su un volantino - un tedesco può diventare presidente della Commissione europea". Lo slogan sulla "dominazione germanica" dell'Unione europea mirava strizzare l’occhio al nazionalismo tedesco, ma non aiuterà il socialdemocratico nella sfida al democristiano Jean Claude Juncker per la successione a Josè Manuel Barroso sulla poltrona di presidente della Commissione europea. Quello che conterà di più, naturalmente, sarà l’esito del voto europeo.

In vista della lunga trattativa tra istituzioni europee che comincerà martedì prossimo a Bruxelles con capigruppo del Parlamento europeo, con il vertice informale dei leader e con la riunione degli anti-euro, quel manifesto elettorale ha suscitato non poche perplessità visto che il ruolo di capo dell’esecutivo europeo dovrebbe essere super partes. In Germania si è subito sollevato un polverone. L'hashtag #NurEinDeutscher (solo un tedesco, ndr) è stato immediatamente lanciato dal blogger Tilo Jung. Non è poi mancato chi ha paragonato Schulz a Joseph Goebbels facendo associare il gerarca nazista dall'oltretomba alle parole del connazionale. Tra chi sorride c'è, forse, la cancelliera Angela Merkel che, invece, sostiene Juncker.

Gaffe a parte, il negoziato tra parlamento e Consiglio si prospetta come estremamente complesso. Teoricamente l’incarico dovrebbe essere affidato, a maggioranza qualificata dei 28, al candidato del partito che avrà vinto le elezioni. E quest’ultimo dovrebbe verificare di avere la maggioranza parlamentare. In realtà si va verso lunghe settimane di trattative, di cui per il Consiglio il mandato sarà affidato a Herman Van Rompuy. Il Ppe è dato in vantaggio sui socialdemocratici di una quindicina di seggi, ma le previsioni potrebbero risultare lontane dal reale esito del voto. E comunque serviranno almeno tre-quattro settimane per definire la composizione dei gruppi parlamentari. È per questo che dal Consiglio avvertono che martedì "non saranno indicati nomi" al termine della riunione informale dei leader, che dovranno valutare anche le elezioni in Ucraina oltre al voto europeo.

Juncker, candidato dei popolari, ha il pubblico sostegno di Angela Merkel, che però in passato si è scontrata più volte con l’ex premier lussemburghese. Contro la cui nomina si è già espresso il premier britannico David Cameron. Schulz, appoggiato da Francois Hollande e Matteo Renzi, a sua volta non convince larghi settori dei popolari a cominciare dai democristiani tedeschi. Così in Parlamento si rischia lo stallo. Di cui, paradossalmente, potrebbero beneficiare il terzo incomodo, il liberale progressista ed ex premier belga Guy Verhofstadt, oppure un "esterno" come la francese Christine Lagarde, direttore del Fmi. Popolari, socialisti e liberali già ad aprile hanno firmato l’impegno a respingere qualsiasi proposta dei leader che non indichi uno dei cinque candidati ufficiali.

La nomina del presidente della Commissione sarà quindi il primo test per la Große Koalition che probabilmente guiderà il fronte europeista nel prossimo Europarlamento.

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