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Scontri e brindisi: la furia anti Thatcher infiamma Londra

La macabra esultanza dei suoi nemici storici. Ma a sorpresa la regina: andrò al funerale

Da una parte c'è chi sfila commosso davanti al 73 di Chester Square, la residenza londinese della baronessa, per lasciare fiori e qualche biglietto alla leader «che ha cambiato una generazione e ha fatto di nuovo grande il Regno Unito». Dall'altra c'è chi si lancia in balli sfrenati e stappa bottiglie di champagne a George Square, Glasgow, culla del defunto Paese operaio, per brindare alla fine della bitch, la «stronza» che ha messo in ginocchio la working class e che a Bristol è diventata l'occasione per dare fuoco ad auto e cassonetti e mandare a casa, feriti, sei poliziotti. Margaret Thatcher divide da morta come lo fece da viva. Da una parte i capi di Stato e di governo di mezzo mondo, tra cui l'ex leader sovietico Mikahil Gorbaciov e la moglie di Ronald Reagan, Nancy, pronti a calare su Londra il 17 aprile per i funerali dell'ex primo ministro. Dall'altra avversari politici e intellettuali ostili che sulle esequie della baronessa trovano l'occasione per tornare a proclamare il loro anti-thatcherismo.

Mentre Buckingham Palace annuncia che Sua Maestà Elisabetta II e il principe consorte Filippo saranno alla cerimonia - prima volta che la monarca rompe il protocollo reale e partecipa ai funerali di un politico dal 1965, anno della morte di Churchill - arriva su Twitter il regista Ken Loach, paladino della working class, che ha raccontato e difeso in decine di celebri pellicole, a dire la sua sui funerali di Stato, quelli che alla fine Margaret Thatcher non avrà, non solo perché non li avrebbe mai voluti, ma soprattutto perché da anni il dibattito sulle sue esequie infuoca la Gran Bretagna. Lei stessa - dicono fonti di palazzo citate dal Guardian - «temeva un dibattito che avrebbe spaccato il Parlamento». «Privatizziamo il suo funerale, facciamo un'asta e accettiamo l'offerta più economica. È quello che avrebbe voluto», dice Loach tra il cinico e il provocatorio. Con lui, per ragioni ben diverse, anche il mondo del calcio, lo sport che la «lady di ferro» non ha mai amato e le cui manifestazioni violente degli hooligan ha sempre combattutto, sconfiggendole con una legislazione che è oggi uno dei fiori all'occhiello dell'era Thatcher. È l'ostilità di «Maggie» per il pallone che ha spinto la Football Federation a decidere che il prossimo fine settimana la Premier League non le tributerà alcun minuto di silenzio per onorarne la memoria.

Dall'altra parte però, in quel Regno Unito che la morte di Margaret Thatcher mostra ancora parecchio lacerato, c'è chi - in prima fila i tabloid conservatori Daily Mail e Daily Express - invoca ancora i funerali di Stato e vuole rimettere in discussione, finché ce ne sarà tempo, cioè durante tutta la settimana, la decisione di tributarle il «funerale cerimoniale» condito dagli onori militari concessi da Sua Maestà. Le due cerimonie si discostano di poco dal punto di vista simbolico: nei funerali di Stato a trainare il feretro sono i marinai della Royal Navy mentre nei funerali «cerimoniali» sono i cavalli King's Tropp Royal Horse Artillery. La vera differenza è che le esequie «di Stato» sarebbero pagate dai contribuenti e decise con un voto parlamentare mentre quelle «cerimoniali» saranno pagate (8 milioni di sterline, oltre 12 milioni di euro) dal governo e da un fondo intitolato a Lady Thatcher.

Forma, che anche a distanza di trent'anni, per gli inglesi alle prese con una nuova austerity in salsa Tory, è anche sostanza.

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