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Siria, Kerry: dagli Stati Uniti 123 milioni di dollari all'opposizione

Raddoppiato lo stanziamento che Washington destinerà ai ribelli. Gli Usa prendono precauzioni per non armare gli islamisti

Istanbul, stretta di mano tra John Kerry e Moaz Al-Khatib (Cns)
Istanbul, stretta di mano tra John Kerry e Moaz Al-Khatib (Cns)

Gli aiuti da destinare ai ribelli in Siria saranno raddoppiati. Gli Stati Uniti stanzieranno 123 milioni di dollari da destinare a chi si oppone al regime di Bashar al-Assad.

A fine febbraio il segretario di Stato americano, John Kerry, aveva promesso 60 milioni di dollari da destinare all'opposizione in Siria. Riunito con gli "amici della Siria" a Parigi, nello stesso giorno in cui aveva incontrato a Roma l'allora leader dell'opposizione, Moaz al Khatib, aveva garantito aiuti definiti "non letali". Oggi, a Istanbul, ha raddoppiato la sua promessa

Niente armi, su questo l'amministrazione americana rimane ufficialmente sulla linea che ha seguito finora. Se armamenti arrivano in Siria - un'inchiesta del New York Times ha spiegato bene la portata del fenomeno, dovuto anche al supporto fornito dalla Cia - non lo fanno per vie istituzionali.

Diverso è parlare di strumentazione belliche, che si tratti di giubbotti anti-proiettile o di apparecchi per la vista notturna. John Kerry ha confermato in un incontro con i ministri degli Esteri occidentali e del Medio Oriente l'intenzione di Washington di aiutare ancora di più la ribellione siriana.

Il rischio, come già chiarito in passato, è che gli aiuti finiscano nelle mani sbagliate. Non è più un mistero che tra quanto si oppongono ad Assad ci sono anche formazioni estremiste, di stampo salafita o qaedista, come il fronte di Al-Nusra.

Per scongiurare il rischio, Kerry ha annunciato che da oggi in poi tutto passerà per le mani del Supremo consiglio militare, braccio armato dell'opposizione.

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