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Venezuela al voto: Maduro o Capriles?

A dar manforte al delfino di Chavez arriva l'ex Pibe de oro. Il leader dell'opposizione, Capriles, ha pochissime chance

Venezuela al voto: Maduro o Capriles?

Nicolas Maduro ed Henrique Capriles si contendono la poltrona di presidente del Venezuela. A decidere saranno poco meno di 19 milioni di elettori, chiamati alle urne domani. Il 41enne leader dell'opposizione Capriles, già sconfitto nell'ottobre scorso (55% contro il 44%), ci riprova con il delfino di Chavez. La campagna elettorale è stata brevissima - ufficialmente solo dieci giorni - anche se era iniziata un po' prima. Com'era inevitabile è stata dominata dal defunto leader, scomparso il 5 marzo scorso. Maduro ha fatto continuamente riferimento a lui, arrivando a definirsi "il figlio di Chavez". Il suo rivale ha tentato di incalzarlo ripetendogli, sino all'ossessione, "tu non sei Chavez".

Oceanica, nel centro di Caracas, la manifestazione per la chiusura della campagna elettorale di Maduro. Tanto per cambiare il "delfino" ha riproposto le immagini dell’ultimo intervento in tv di Chavez, quando chiese ai venezuelani di votare per il suo delfino "se dovesse succedermi qualcosa". Cerca di legittimarsi, quindi, come il successore legittimo del "caudillo", colui che è stato prescelto per la successione e direttamente indicato dal leader scomparso. Maduro è arrivato addirittura a raccontare di aver avuto un incontro mistico con Chavez che, reincarnatosi in un uccellino, avrebbe benedetto la sua candidatura. Al di là di queste note di colore sull'agenda politica del leader chavista c'è la grave situazione economica (inflazione al 20%, scarsità di beni di consumo sul mercato e ripetuti black out elettrici) e la violenza delle bande criminali (ben 16.000 omicidi nel 2012). Maduro, che tutti i sondaggi danno per vincitore con scarti che vanno dagli 8 ai 14 punti, sin dall'inizio della campagna elettorale ha parlato di una "missione nazionale" contro la violenza, promettendo di andare di persona nelle zone più calde per disarmare le bande criminali. Quanto ai problemi economici, la colpa, come da tradizione, viene data agli speculatori, alle manovre dell'oligarchia e al sabotaggio dei traditori.

L'opposizione sa bene di avere pochissime chance, perché il carisma di Chavez è ancora molto forte. Capriles ha tenuto il suo ultimo comizio a Barquisimeto, 250 chilometri a nord-ovest di Caracas. L'avvocato, governatore dello Stato di Miranda, ha concluso la sua maratona elettorale esortando il popolo venezuelano a non credere alle menzogne del suo avversario. "Non vi sbagliate domenica prossima, è l’ora di avviare un nuovo ciclo perché la situazione cambi davvero. Il Venezuela vuole la pace, la concordia e l’unità".

Sociademocratico convinto - quindi più aperto al mercato e all'iniziativa privata - durante i suoi discorsi Capriles ha ripetuto sempre questa frase: "Nicolas (Maduro) non è Chavez!". E ha puntato l’attenzione sui problemi quotidiani: insicurezza record, inaffidabilità del sistema elettrico, difficoltà nelle scorte alimentari. Molto più aggressivo della precedente campagna elettorale, si è giocato tutte le sue carte per mantenere - o anche fare crescere - quel 44% di voti ottenuti ad ottobre e consolidarsi come leader dell’opposizione al "chavismo".

Maradona dà manforte a Maduro

Grande amico di Chavez l'ex Pibe de Oro ha visitato la tomba del leader bolivariano, accompagnato da Maduro: "Hugo Chavez ha cambiato il modo di pensare dei atinoamericani. La sua morte è stata per me una perdita enorme". Poi si è "scusato per il fatto di non essere venuto ai funerali". Maradona si trova da un paio di giorni a Caracas, dove ieri ha partecipato, indossando una camicia rossa "chavista", alla chiusura della campagna elettorale insieme a Maduro. "Portate avanti la lotta - ha detto l'ex calciatore - lui non è più qui fisicamente ma noi continueremo con Nicolas, lui porterà avanti il messaggio di Chavez di non lasciarci schiacciare da nessuno, nelle urne la gente deve riaffermare le idee di Chavez attraverso Nicolas".

Incassato l'endorsement Maduro ha ringraziato: "Parlare con Diego è stato molto emozionante perché il comandante Chavez lo amava tanto".

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