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Vittoria di Pirro della gauche: sì alla tassa sui ricchi

Un anno dopo la bocciatura, l'imposta al 75% ottiene finalmente l'ok della Corte Costituzionale

Vittoria di Pirro della gauche: sì alla tassa sui ricchi

Dopo un'altalena lunga un anno e mezzo, tra annunci a effetto di governo e presidenza, fughe all'estero dei vip destinatari del provvedimento e la clamorosa bocciatura della Corte Costituzionale, arriva alla fine in Francia il via libera alla super-tassa sui ricchi proprio dalla Consulta che l'aveva dichiarato «iniqua» nel dicembre scorso.

Rivista nelle parti che la Corte considerava incostituzionali, l'imposta al 75% sui salari oltre il milione di euro non sarà più a carico della sindola persona destinataria del salario, come contemplato in origine, ma a carico delle aziende che versano la retribuzione. Il compromesso ha permesso così al presidente François Hollande di far sopravvivere l'imposta - una tassa simbolo per la gauche impegnata a dimostrare di voler costringere anche i più abbienti a contribuire di più in un periodo di crisi economica - senza accanirisi direttamente con i super-stipendi. La Corte aveva ritenuto un anno fa che l'imposta basata sulla vecchia proposta violasse il principio di uguaglianza perché calcolata su ciascuna persona fisica, al contrario del reddito su base familiare.

Tira un sospiro di sollievo il ministro del Budget Bernard Cazeneuve: «È andata meglio dell'anno scorso». Ma in molti sono convinti che si tratti di una mezza vittoria per i socialisti.

Non solo perché della tassa al 75% sembra sia rimasto solo il nome (di fatto sui singoli l'effetto finale è quello di un 50% di tassazione oltre il milione di euro) ma anche perché ben 24 articoli sui 236 della legge di bilancio 2014 sono stati bocciati, tra cui quelli che puntavano a colpire le splusvalenze immobiliari o a inasprire indirettamente l'Isf, l'imposta sul patrimonio.

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