Qatargate

La Moretti si difende: "Ecco perché sono stata in Qatar"

Gli uffici dell'assistente parlamentare di Alessandra Moretti sono stati sigillati e l'eurodeputata del Pd dichiara di non aver mai avuto sospetti

La Moretti si difende: "Ecco perché sono stata in Qatar"

Tra i nomi che rimbalzano di bocca in bocca per l'affair Qatargate c'è anche quello di Alessandra Moretti, deputata europea del Pd. L'esponente italiana non è indagata e non è stata coinvolta direttamente negli accertamenti della procura e della polizia belga ma il suo nome circola con insistenza anche a causa delle perquisizioni compiute negli uffici della sua assistente parlamentare, Federica Garbagnati. Alessandra Moretti in più occasioni ha ribadito "la propria totale estraneità all'inchiesta in corso, per cui non risulta indagata così come nessuno dei suoi collaboratori, e rilancia le diffide a tutela della propria onorabilità contro chiunque continui ad accostare il suo nome a tali gravissimi episodi corruzione".

Così si legge in una nota rilanciata dal suo ufficio stampa, asettica e istituzionale, con la quale l'eurodeputata ha deciso di prendere le distanze da quanto sta circolando. In un'intervista rilasciata al Corriere della sera, Alessandra Moretti continua a difendere la Garbagnati, che è stata attenzionata dalla procura belga perché in passato è stata assistente parlamentare di Antonio Panzeri. "I sigilli all'ufficio della mia assistente? Eravamo entrambe sotto choc ma non ho mai dubitato della sua onestà", ha dichiarato l'esponente del Pd. Alessandra Moretti conferma di conoscere le persone che sono attualmente indagate ma, come già dichiarato anche da altri, afferma al Corsera: "Non abbiamo mai ricevuto pressioni. Mai avremmo pensato una cosa del genere".

In questi giorni è finito sotto la lente di ingrandimento un suo recente viaggio a Doha, in Qatar, che la parlamentare europea ha giustificato nel corso dell'intervista: "Ero lì per un convegno patrocinato, tra gli altri, dal Parlamento Ue. Avevo un particolare interesse, come membro della commissione Femm, per quello che stava accadendo in Afghanistan". Quindi, ha aggiunto: "Avevo promosso la messa in salvo di circa 30 attiviste, ero interessata a salvarne altre. Il Qatar aveva attivato dei corridoi umanitari per i profughi afgani".

Sul voto del 1 dicembre in commissione Libe per i visti del Qatar, invece, ha spiegato: "Ho partecipato in quanto membro sostituto. Ho espresso la linea del gruppo. E nella risoluzione sui diritti umani in Qatar come delegazione Pd abbiamo votato in maniera più severa rispetto alla linea S&D, seguendo spesso la linea di Left". Quindi, conclude: "È il tempo di reagire, identificare il marcio e marginalizzarlo.

Il Parlamento Ue deve mettere a punto regole più stringenti sulla trasparenza e sul rapporto tra deputato e lobby".

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