Come evitare i danni del diabete alla retina

Diventare cieco: è questa la principale paura delle persone con diabete. Il diabete, se non controllato, nel lungo periodo può provocare danni specifici alla retina, mettendo a rischio la funzionalità visiva e determinando una patologia invalidante come l'edema maculare diabetico, una complicanza della retinopatia diabetica, patologia cronica e progressiva a carico dei piccoli vasi retinici che rappresenta nei Paesi industrializzati la principale causa di cecità.
Per 40 anni la terapia di riferimento per il trattamento dell'edema maculare diabetico è stato il laser, che non consente di rigenerare la retina malata né di migliorare la visione, ma semplicemente di bloccare la progressione della malattia. I pazienti affetti da diminuzione visiva causata da edema maculare diabetico possono avvalersi della terapia con ranibizumab (Lucentis) che ha recentemente ottenuto la rimborsabilità del Servizio Sanitario Nazionale anche per questa patologia. É l'unico farmaco anti-VEGF (fattore di crescita vascolare endoteliale) approvato per tre indicazioni terapeutiche: degenerazione maculare neovascolare legata all'età , diminuzione visiva causata da edema maculare diabetico e da occlusione venosa retinica . «L'edema maculare diabetico rappresenta la principale causa di cecità legale in età lavorativa nei Paesi industrializzati», dichiara Edoardo Mannucci, direttore agenzia di diabetologia università Careggi, Firenze. «Per individuare precocemente i casi di retinopatia diabetica ed evitare danni irreversibili alla vista, è sufficiente effettuare l'esame del fondo oculare con una cadenza annuale. A tutt'oggi, questo esame di screening non viene effettuato regolarmente da tutte le persone con il diabete, malgrado le linee guida internazionali lo raccomandino.

Per questo motivo è stato avviato un progetto di formazione sul campo sulla retinopatia, che punta non solo ad ottimizzare i programmi di screening nei pazienti diabetici nel corso dei loro controlli di routine, ma anche a favorire un approccio più integrato al paziente attraverso una diagnosi precoce, un miglior controllo dei fattori di rischio e trattamenti tempestivi con terapie specifiche di sicura efficacia».

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