di Gianni Bertasso
Cari bambini, siamo i vostri genitori, nonni, nonne, zii e zie, siamo gli adulti che nella loro confusione mentale di oggi, divisa tra amore e rimorsi dei vostri confronti, circondano maldestramente la vostra crescita verso la vita, inquinandola con stereotipi e falsità che un tempo erano chiamati severamente vizi e oggi invece rappresentano uno status sociale di ricchezza e quindi di spreco esibito e invidiabile. Uno spreco serpeggiante anche tra chi ricco non è (meglio, magari così è più difficile che sia socialmente ladro) ma deve talvolta disperatamente sprecare qualcosa per dimostrare quanto anche egli può permettersi di gettare, considerandolo superfluo e ridondante. Per questo basta osservare gli avanzi nei piatti dei bambini, nei ristoranti o nelle più comuni pizzerie, dalla carne alla pasta, ai dolci, ai gelati, è una montagna quotidiana di resti di cibo che i piccoli, imboccati dai parenti o autosufficienti con posate distrattamente brandite come armi, lasciano alla spazzatura, con il malcelato orgoglio dei genitori «abbienti» in genere o aspiranti abbienti, felici di permettersi almeno questo di spreco, di fronte a tutti, esibito alla «società».
È da questo inquinamento vitale, il cibo è sacro, il cibo non va mai avanzato!, che noi, genitori italiani dei nostri giorni, imbambolati e afflitti da mutui da strozzini, benzina davvero da ricchi, e tutto sempre più impossibile da mantenere, è da tutto questo che discende la nostra straordinaria idiozia nel farvi crescere anche così male, capricciosi, strafottenti e poi via via, denaro e sprechi permettendo. Anche il vestire, altro elemento fondamentale nella crescita psicologica di voi bambini passa purtroppo dalle nostre mani e dalle nostre inadeguate teste. Capita così che una delle tante mamme vip planetarie, dive che imperversano sugli schermi e nelle shop-house, impegnate tutto il giorno a scegliere e sprecare, imponga alla bimba di sei anni i tacchi alti, fotografando e esibendo l'innocente e grottesca vittima in quei blog narcisisti, alimentati da genitori bacati, felici di esibire bimbi ammiccanti e aggressivi, border line tra nano e adulto, privati anche della loro espressione più naturale, il sorriso.
Spiegano gli psicologi che questa è, altro termine sociologico allarmante, «l'adultizzazione» della società, che trasforma i bimbi in cavie sconvolgendo le tappe evolutive e i ritmi naturali della loro crescita. Si parla, con inquietitudine, di pubertà anticipata, manovrata da genitori in realtà frustrati che spettacolarizzano i figli, compensando illusoriamente le proprie lacune intellettuali e affettive. È così ad esempio non va più Barbie, bambola in fondo perbenista, ma Bratz, ben più scafata e provocante. Ma il bel vestire infantile non deve essere confuso con il famigerato «look». Papà e mamma possono vestirsi come vogliono (molte volte il disastro inizia proprio da qui), ma voi cari bambini fatevi vestire da bambini.
Per favore bambini siate più grandi dei vostri genitori
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