Roma

Fede e scienza, così Matteo Ricci sedusse la Cina

Fede e scienza, così Matteo Ricci sedusse la Cina

A 400 anni dalla scomparsa di padre Matteo Ricci (1552-1610), il celebre gesuita italiano che all’inizio del Seicento introdusse la cultura scientifica occidentale nella Cina degli imperatori Ming, il suo operato è esaltato nella mostra «Ai crinali della storia. P. Matteo Ricci fra Roma e Pechino», ospitata nel Braccio di Carlo Magno (piazza San Pietro) fino al 25 gennaio 2010. L’esposizione è organizzata in cinque sezioni, e ripercorre la vita dello studioso a partire dall’arrivo a Roma, dopo i primi anni trascorsi nella natia Macerata. Avendo deciso di farsi gesuita, egli abbandonò gli studi di giurisprudenza per quelli di matematica e astronomia che si tenevano nel Collegio Romano, acquisendo quelle competenze scientifiche che gli sarebbero state poi utili per i suoi scritti di cartografia. Venne mandato nelle missioni in Oriente ancora prima di diventare sacerdote, partendo prima per Lisbona e da lì per Goa. Proseguì per Macao, dove iniziò a studiare il cinese. Il suo obiettivo era quello di giungere a Pechino. Nel corso di molti anni, riuscì a essere stimato nelle vesti di letterato, senza per questo trascurare il suo compito di evangelizzatore. Il gesuita professava una schietta ammirazione per la Cina, ma allo stesso tempo faceva intravedere ai cinesi con molto tatto che c'era qualche cosa che essi non conoscevano e che egli poteva insegnar loro. Quando morì a Pechino, per la prima volta nella storia della Cina venne concesso un terreno dello Stato per la sepoltura di uno straniero. Tra le opere in mostra relative al periodo romano, oltre ai ritratti dei pontefici che hanno segnato la sua vita, da Pio V a Paolo V, è spettacolare la grande tela di Rubens raffigurante un miracolo di Sant’Ignazio, fondatore della Compagnia di Gesù. La sezione dedicata alle Missioni in Oriente ricorda tra gli altri san Francesco Saverio, che morì nel 1552.

La rassegna prosegue con un’eccezionale raccolta di strumenti e di testi scientifici che ci fanno capire quanto i gesuiti fossero avanti negli studi.

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