Rapporti

Federauto con AsConAuto per dare più forza ai dealer

I due presidenti, De Stefani Cosentino e Guidi, spiegano le ragioni dell'accordo. Le sfide da affrontare

Piero Evangelisti

La categoria dei concessionari d'auto è stata duramente colpita dalla crisi degli ultimi anni che ha portato alla chiusura di un grande numero di imprese, una congiuntura che il mercato sembrava aver superato prima dei cali registrati negli ultimi mesi. Le nuove sfide, per la categoria, sono l'ingiustificata demonizzazione del diesel, la transizione verso la mobilità elettrica e il crescente peso dei noleggi a lungo termine che by-passano la figura del concessionario. In questa realtà è stato siglato un accordo molto importante tra Federauto, l'associazione dei concessionari, e AsConAuto, che raggruppa oltre 900 concessionarie e officine delle Case per la gestione dei ricambi originali. «Federauto vuole essere la casa dei concessionari, la coordinatrice delle attività automotive e quindi è risultato naturale l'accordo con AsConAuto, il più grande consorzio per l'aftermarket - commenta Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto - un'intesa tra due associazioni di imprese appartenenti alle reti ufficiali».

Passiamo al mercato e a come si pongono le aziende concessionarie di fronte alla nuova flessione e a problematiche come, per esempio, il noleggio a lungo termine. «Certamente, il fenomeno, che è una disintermediazione tra il concessionario, che rappresenta la Casa, e il cliente, è crescente, anche se tuttora marginale per i privati, e di questo Federauto si occupa a livello nazionale nell'ottica di salvaguardare la soddisfazione dei clienti per il servizio che le concessionarie offrono - risponde De Stefani Cosentino - ma il problema vero, oggi, è la demonizzazione del diesel, assolutamente ingiustificata, che paradossalmente fa alzare il livello di CO2 che le istituzioni sostengono di voler ridurre, senza preoccuparsi di svecchiare il parco circolante, quello realmente inquinante».

Ma l'anzianità del parco non è uguale in tutta Italia. «No - precisa il presidente di Federauto - basta vedere i dati di Milano e Napoli: nella prima, dati del 2018, le auto fino all'Euro 3 erano il 13%, a Napoli il 46%. Per la Lombardia l'alto tasso di anidride carbonica non dipende dalla circolazione dei veicoli, ma è legato agli allevamenti, alle industrie e al riscaldamento.

È comunque indispensabile aggredire il problema con misure strutturali che incentivino il ricambio delle auto più vecchie che sono anche poco sicure, prive di tutte le preziose assistenze di cui sono equipaggiate quelle attuali, tecnologie che stanno riducendo sensibilmente il numero degli incidenti e i danni alle persone».

E ora AsConAuto. Chiediamo al presidente Fabrizio Guidicosa cambia con l'accordo con Federauto. «Cresce la capacità di offrire contributi all'operatività dei concessionari e il nostro ruolo è quello di potenziarla nel postvendita, e poi, con l'accordo, dimostriamo che i concessionari sono uniti e hanno una sola voce nell'affrontare problematiche che in un recente passato hanno portato alla chiusura della metà delle imprese del settore».

Ma la figura del concessionario rimane decisiva nel rapporto tra Casa e cliente? «Ci sono molti attacchi a questo rapporto, il più importante viene dal noleggio a lungo termine, una concorrenza anomala che influenza anche la vendita dei ricambi, quelli che garantiscono ancora una corretta marginalità alle concessionarie - spiega Guidi -: bisogna rafforzare la cultura della qualità degli interventi che le reti ufficiali sono in grado di offrire rispetto alle officine indipendenti».

Cosa chiedete alle istituzioni? «Per il noleggio, Federauto si sta muovendo a livello europeo, per l'Italia sono indispensabili provvedimenti di vera incentivazione alla sostituzione di un parco circolante vecchio, e non quelle poche misure adottate finora che, oltre a essere inutili, sono addirittura dannose».

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