La folle normalità dei mistici quando la visione di Dio spalanca le porte della Verità
21 Ottobre 2008 - 02:10La percezione del divino senza mediazioni, improvvisa e sconvolgente. La percezione del divino, come dono dallalto che non ammette replica, che spesso fa paura a chi la riceve.
Nel cristianesimo sono tante le storie, ma verrebbe da dire avventure, caratterizzate dallimprovviso esplodere nella realtà sensibile di quell«altro», ineffabile eppure vero. Quell«altro» così impossibile da descrivere a parole che fa dire a Dante, allinizio del Paradiso: «Trasumanar significar per verba non si poria...». E il mistico, colui che è toccato da questa esperienza diversa, fatica a raccontarla, a essere capito o accettato. Chi ragiona di fede, chi dice di avere delle convinzioni, delle speranze è sempre accettabile. Chi dice di aver sentito o toccato il trascendente, soprattutto se dopo una vita laica, spaventa. Non è un soggetto mediabile, impone allattenzione qualcosa di non è riconducibile ai canoni della fisica. È qualcuno che contesta apertamente la solitudine (triste) della materia. Così tra gli estremi clamorosi, tra i santi: Francesco dAssisi, uomo non riducibile al suo tempo. Lo erano la carità, il diventare frate, persino il dar via i propri averi. Ma dire di sentire la voce di Dio, di sentirla davvero - «Francesco, va e ripara la mia casa...» - era qualcosa che scioccava, allora come oggi, che spingeva e spinge a dire, quasi per autodifesa: «Perché proprio tu? Non è vero».
Come nella vita di Paolo di Tarso, il punto di rottura è unapparizione. Paolo non cambia idea sul perseguitare i cristiani, non legge un libro, non viene convinto da una discussione. Viene fermato dalla voce di Cristo. Cè un momento della sua vita che è altro dalla normalità, da qualunque conversione fatta di dialettica. Ma il mistico non è per forza il santo, il Padre della chiesa. Ci sono mistici contemporanei la cui vita è vita normale ma animata da una consapevolezza diversa: la consapevolezza di chi non ha dubbi perché sostiene di aver «materialmente» (parola sbagliata che rende lidea) incontrato qualcuno che non è di questa terra. Come lAndré Frossard citato in questa pagina da Michele Brambilla. Quel Frossard che si ricorda travolto da qualcosa che «era una luce spirituale... era quasi la verità allo stato incandescente». Ma i nomi potrebbero essere tanti: il trappista americano Thomas Merton o il discusso gesuita Pierre Teilhard de Chardin... Il mistico, ancora di più nella sua attualità diventa pietra di paragone. La sua «santa follia» costringe a riflettere credenti e non credenti.
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