Controcultura

Follie e crimini Il libro nero dei misteri della musica

Nel rock e nel jazz è successo di tutto Ma anche i compositori classici non scherzano... Dalle bastonate a Carlo Gesualdo alla ossessione di Schönberg per il numero 13, nel libro "Rock is Dead" le storie più divertenti o scioccanti

Follie e crimini Il libro nero dei misteri della musica

Robert Johnson era un ragazzino che strimpellava (male) la chitarra e gironzolava attorno ai padri del blues come Son House. Sentirlo suonare - raccontano - era una tortura per le orecchie. Poi sparì, e quando tornò usava la chitarra come nessuno prima. Come aveva fatto? Semplice, una notte, a un crocicchio nel cuore del Mississippi, aveva venduto l'anima al Diavolo in cambio di uno stile inconfondibile. Naturalmente è una leggenda, una «storia di Pascal», come venivano definite dai pionieri quelle vicende, tramandate oralmente, che a ogni narrazione si «gonfiano» di particolari macabri e spesso cruenti, ma al popolo del rock piace pensare sia vera, e forse lo è, visti i mille casi tinti di noir e horror che hanno punteggiato la storia della musica.

Sì, tutta la storia della musica è costruita su fatti curiosi e spesso di sangue, non solo quella moderna, persino quella che risale a Mario Gesualdo passando per Paganini e la sua «maledizione del diabolico trillo». Le vicende di questi personaggi, reali, inventate, colorite o ammantate dal mito, sono raccontate in Rock Is Dead. Il libro nero sui misteri della musica, di F.T. Sandman e Episch Porzioni. I Rolling Stones, ad esempio, sono ancora oggi un fenomeno mondiale e Jagger e Richards sono più famosi del Papa, ma all'appello degli Stones manca, dal 2 luglio 1969, la mente creativa che si chiamava Brian Jones, annegato nella sua piscina. Era imbottito di alcolici e di barbiturici, ma la storia della sua morte non è ancora chiarita e c'è chi sostiene (e ci ha anche scritto sopra dei libri), che Jones fu affogato dal costruttore edile Frank Thorogood (persino l'autista degli Stones, Tony Keylock, dichiarò che Thorogood, poco prima di morire nel 1993, gli confessò l'omicidio). Storie decadenti e da libro giallo. Tre giorni dopo la morte di Brian i Rolling Stones suonarono a Hyde Park (piovvero le critiche ma lo show era stato organizzato in precedenza) e dedicarono il concerto a Jones. Jagger lesse degli stralci di Adonais, la poesia scritta da Shelley per Keats, e furono lanciate migliaia di farfalle bianche che, per il gran caldo, morirono all'interno dei contenitori o volarono a fatica prima di cadere sulla testa dei fan. Fu una premonizione? Seguirono, l'anno successivo, le morti di star come Jimi Hendrix e Janis Joplin. In fondo il rock è un bellissimo volo che spesso ha la sfortuna di essere breve come il battito d'ali di una farfalla.

CARLO GESUALDO Era un nobile nato nel 1566, entrato nella storia della musica per i suoi madrigali (persino Aldous Huxley ascoltava la sua musica quando assumeva mescalina). Cosa c'entra lui con la trasgressione? Intanto sposa la cugina, la becca con l'amante (che viene trovato vestito da donna) e li uccide entrambi. Si sposa una seconda volta ma intanto si diletta in pratiche sessuali estreme con due amiche e la moglie lo denuncia all'Inquisizione per stregoneria. Non viene condannato ma si rinchiude nella sua casa a scrivere musica. Però per punirsi si fa bastonare da tre giovani - tre volte al giorno - obbligandosi a sorridere ogni volta. Pare sia morto durante una di queste sedute, l'8 settembre 1613.

ARNOLD SCHÖNBERG Era amatissimo da Richard Strauss ma si attirò le sue ire quando si diede ai suoni sperimentali. Nacque il 13 settembre 1874 e sviluppò una vera fobia per il numero 13. Secondo la leggenda i Templari venerdì 13 del 1307 furono annientati e lanciarono la loro maledizione sull'umanità. Schönberg rifiutò persino una casa che si trovava al numero 13. Quando compì 76 anni, un amico gli fece notare che 7 più 6 fa 13 e lui impazzì, si mise a letto e morì in un rantolo 13 minuti prima della mezzanotte del 13.

ALEXANDER SCRIABIN Alcuni suoi brani sono standard da studiare nei Conservatori. A un certo punto s'innamora dell'occulto e si iscrive alla Società Teosofica. Comincia così Mysterium, opera definitiva che avrebbe dovuto durare sette giorni ed essere eseguita alle pendici dell'Himalaya. Al termine dell'esecuzione ci sarebbe stata la fine del mondo. Morì invece lui, a 43 anni, a causa di un foruncolo andato in setticemia.

JOHNNY ACE La sua morte segnò la fine del mondo dorato del rhythm'n'blues. Prima di compiere 26 anni ha venduto due milioni di dischi. Girava armato, l'ex marine dall'ugola d'argento, e la sera di Natale del 1954 tiene un concerto a Houston, Texas, con la regina Big Mama Thornton. Girano fiumi di alcol e lui ha con sé la pistola. Poi la storia si confonde... C'è chi dice che partì un colpo accidentalmente, la Thornton ha dichiarato che Ace puntò la pistola contro la fidanzata, poi contro un'altra donna e alla fine, girandola verso se stesso, sparò. La tesi più accreditata è che si sparò un colpo alla tempia in una assurda roulette russa.

KEITH MOON Nel 2012 il Comitato Olimpico di Londra invita all'inaugurazione dei Giochi Keith Moon. Il manager degli Who risponde: «Keith risiede al crematorio di Gloders Green, dove è rimasto negli ultimi 34 anni». È stato uno dei più grandi batteristi del rock e uno dei più grandi casinisti, con una predilezione per far esplodere piccole bombe un po' ovunque, sfasciare alberghi a colpi d'ascia e nascondere teste di maiale grigliato nelle lenzuola altrui.

JIM MORRISON Prototipo del trasgressivo e dell'artista maledetto (come Chet Baker nel jazz) negli anni '60. Si discute sulla sua morte nella vasca da bagno della sua casa parigina. Fu portato lì, incosciente, dopo essersi fatto di eroina al Rock'n'Roll Circus? Si drogò con la fidanzata Pamela Courson? Non è da eroe della controcultura morire semplicemente di infarto a 27 anni.

MICHAEL HUTCHENCE Capo degli INXS, sensuale e sregolato, ex modello, fidanzato di Paula Yates ma ancora di più dell'alcol, dell'eroina e del sesso estremo. La band ha venduto 45 milioni di album ma lui non resiste ai suoi fantasmi: morirà suicida (come Kurt Cobain!?!) o durante un gioco erotico finito male.

JIM CARROLL È stato candidato perfino al Pulitzer per la poesia, eppure la sua vita era fatta di eroina, marchette, vagabondaggi. La sua amica è Patti Smith; un giorno lui deve esibirsi a un festival di poesia ma viene arrestato con un amico anch'egli tossico. Così salirà sul palco la Smith e partirà la sua carriera da star.

SID VICIOUS Punk uguale moda o ribellione? Sembra un gioco ma Sid Vicious lo prende terribilmente sul serio; tanto da ammazzare la sua compagna Nancy e da toccare il fondo estremo a furia di buchi.

JEFF HANNEMAN Guida gli Slayer a ritmo di rock durissimo che parla di Satana e Nazionalsocialismo. Brutali nel suono (il loro Reign In Blood è stato votato «album più pesante di tutti i tempi» dalla rivista Kerrang) e con vite esagerate hanno ispirato anche Le Bestie di Satana. Gli Slayer nel '96 vengono anche citati a giudizio per aver spinto alcuni giovani a uccidere una ragazza sull'onda di brani come Necrophiliac.

Hanneman non poteva che morire per la puntura di un ragno.

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