Milano - La crisi Alitalia e il futuro di Malpensa si intrecciano in una convulsa giornata di incontri, dichiarazioni, voti parlamentari con il govenatore della Lombardia Roberto Formigoni e il sindaco di Milano Letizia Moratti impegnati a Roma sul doppio tema e soprattutto nell'offensiva per impedire il depotenziamento dell'aeroporto lombardo.
Formigoni: Alitalia pronta a cedere gli slot dismessi «Alitalia non
eserciterà nessuna azione di resistenza sugli slot di Malpensa
che non verranno più utilizzati: è pronta a consegnare gli
slot dismessi ad altre compagnie aeree che ne faranno
richiesta», ha detto il presidente della Regione
Lombardia, Roberto Formigoni al termine di un incontro con il
numero uno di Alitalia, Maurizio Prato. «Gli slot
intercontinentali non saranno utilizzati su altre rotte se ci saranno compagnie aeree pronte a
sostituire l’Alitalia sulle stesse tratte».
«Per quanto riguarda la nostra
richiesta di conoscere nel dettaglio le intenzioni di Alitalia
su Malpensa e la data di partenza del piano - ha riferito
Formigoni - entro il 30 settembre
conosceremo le rotte e, con certezza, i tagli partiranno dal
primo aprile. Abbiamo sei mesi per costruire una soluzione
alternativa». Dal presidente della Lombardia arriva poi un invito: «Domani incontrerò i governatori e alcuni sindaci di grandi città del Nord per studiare una strategia comune».
"Raddoppio dei passeggeri entro il 2011 «Un raddoppio dei passeggeri dai 49
milioni del 2004 a 101 milioni del 2021. Questo potrebbe essere
Malpensa se rimanesse un hub internazionale». Scorre le slide Formigoni mentre parla illustrando
il dossier «Malpensa un’occasione da non perdere». Secondo
Unioncamere, che ha fornito i dati, dallo scalo lombardo circola
il 36% dell’import e il 28% dell’export italiano, il 36% delle
imprese italiane con partecipazione in imprese estere. Nel 2006
sono stati 9,4 milioni gli arrivi turistici, 4 milioni
dall’estero. E poi il 51% degli investimenti esteri in Italia è
concentrato in Lombardia e il 40% degli investimenti italiani
all’estero sono partiti da Malpensa. «Il mercato cresce -
continua Formigoni - e stiamo costruendo
importanti infrastrutture viarie e ferroviarie intorno
all’aeroporto».
Letizia Moratti: al via il tavolo di lavoro Sea-Alitalia Parte subito il tavolo tecnico tra Sea
e Alitalia per esplorare, tra le altre cose, eventuali revisioni
del piano industriale nella parte relativa a Malpensa. Lo ha
annunciato il sindaco di Milano, Letizia Moratti.
«Oggi - ha detto Moratti - ho avuto un incontro con il
presidente di Alitalia Maurizio Prato, in qualità di azionista di
riferimento della Sea e abbiamo definito un programma di lavoro
congiunto, un tavolo che prevede due strade:
la prima - ha spiegato - si basa sulla disponibilità manifestata
da Prato a una revisione del piano per quanto riguarda Malpensa a
fronte della nostra disponibilità a razionalizzare il network su
Linate. Sull’altro fronte, qualora Alitalia confermi "l’abbandono
di Malpensa", abbiamo chiesto di avere da subito il piano
operativo sul network perché Sea deve essere pronta a rivedere il
suo piano sugli slot in funzione delle decisioni della compagnia».
Noi, ha aggiunto la Moratti, «abbiamo chiesto che le due strade
procedano in parallelo e che il lavoro venga chiuso entro il 15
ottobre quando si terrà una riunione della Iata (l’Associazione
internazionale del trasporto aereo) nella quale si assegneranno
gli slot. Per quella data Sea deve chiaro il quadro del network
di Alitalia per la prossima stagione per organizzarsi». Quanto al tema dei possibili acquirenti,
la Moratti ha detto di aver ricevuto da Prato «indicazioni che il
processo di vendita terrà conto di tutte le offerte in un’ottica
di consolidamento e sviluppo che, ha detto lo stesso Prato, passa
anche attraverso Malpensa».
Tuttavia, ha continuato Moratti, «se Alitalia dovesse andare via
da Malpensa, chiediamo al governo di rivedere i trattati
bilaterali che governano i voli intercontinentali e di
conseguenza gli slot. Quello che noi abbiamo proposto è agire in
una logica di mercato che andrebbe a tutto vantaggio della
compagnia e del Paese. Io ho ribadito a
Prato che questo piano non ha una logica industriale e penalizza
il mercato. Mi auguro che il governo vigili e favorisca la
vendita a un soggetto che non intenda regionalizzare la compagnia
di bandiera ma, al contrario, la sviluppi.
Purtroppo al momento non mi sembra che si stia privilegiando
un’ottica di salvaguardia della compagnia». A tale proposito,
Moratti ha ricordato alcuni dati: «Se Alitalia disinveste da
Malpensa, si perderanno 80mila turisti all’anno, per un mancato
giro d’affari di 540 milioni di euro. Quanto alle imprese, tra
maggiori costi e minore valore di produzione, le perdite
ammonteranno a circa 3 miliardi».
Infine, in vista del tavolo tra i governatori
delle regioni del Nord e i sindaci delle città metropolitane,
Moratti ha detto: «A Prato ho dato la disponibilità di fare della Sea il soggetto
coordinatore per la razionalizzazione del sistema aeroportuale
del Nord».
Toto: Airone prevede lo sviluppo di Malpensa Intanto il presidente di Airone, in corsa per Alitalia, ribadisce che il suo piano industriale prevede un ampliamento delle attività su Malpensa. Annuncio arrivato al termine di in incontro con Formigoni. «Abbiamo presentato al governatore il piano che Air
One ha preparato per la ristrutturazione e lo sviluppo di
Alitalia. Abbiamo precisato che tale piano prevede il
mantenimento e successivamente l’ampliamento dell’attuale
attività su Malpensa, per l’Italia, per l’Europa e per il mondo».
E a proposito delle affermazioni del vicepremier
Rutelli, che ha auspicato una fusione tra Alitalia e Air
One, Toto ha risposto: «Rutelli ha centrato il
problema. L’integrazione tra la prima e la seconda compagnia
italiana consentirà alla nuova Alitalia di affrontare il mercato
internazionale e intercontinentale con successo».
Una nuova compagnia che non rimarrebbe da sola: «C’è sempre una fase successiva che prevede la
partecipazione a una grande alleanza».
Il ministro Bianchi: Airone-Alitalia, d'accordo con Rutelli Ipotesi di alleanza che non dispiace nemmno al ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi: «Mi sembra una cosa intelligente, una
delle poche che ho sentito dire da un anno a questa parte
sull'argomento», ha commentato Bianchi schierandosi con il vicepremier Rutelli che ha auspicato la discesa in campo di
imprese e banche italiane. «Mi auguro che
venga valutata attentamente e per quanto mi riguarda la sosterrò
in modo convinto».
Malpensa, sì della Camera alla mozione dell'Unione Intanto, mentre governatore lombardo e sindaco di Milano entrambi della Cdl, si impegnano per Malpensa, la Camera ha approvato la mozione di
maggioranza su Alitalia e Malpensa e bocciato quelle di An e
Forza Italia che chiedevano una revisione del piano annunciato
dalla compagnia. La mozione
impegna il governo «a completare le procedure di
privatizzazione dell’Alitalia, auspicando un futuro della
compagnia inserito in un contesto di alleanze con vettori
nazionali e internazionali; a sollecitare il management a
conseguire: a) un modello aziendale più agile e più
efficiente; b) la costruzione di un polo manutentivo di
eccellenza in grado di vendere i propri servizi anche a terzi;
c) il recupero di relazioni industriali e criteri di gestione
del personale che motivino i lavoratori a produrre uno sforzo
eccezionale per salvare l’azienda».
Il governo dovrà poi «attivare azioni e
provvedimenti necessari per un razionale sviluppo di tutto il
sistema aeroportuale italiano, rafforzando le condizioni, anche attraverso il
completamento degli interventi infrastrutturali già
programmati, per lo sviluppo delle potenzialità dell’aeroporto
di Malpensa, indipendentemente dalle strategie della compagnia
di bandiera; a ribadire l’esistenza di un interesse del Paese a
preservare le caratteristiche e la vocazione dell’aeroporto di
Malpensa».
La Cisl critica: l'Unione invita Malpensa ad arrangiarsi «È una mozione salomonica
quella approvata dalla maggioranza alla Camera. Nasconde tra
le righe uno scenario inaspettato per le potenzialità di mercato e le
risorse pubbliche investite a Malpensa, come la richiesta di
armonizzatori sociali necessari per attenuare l’impatto occupazionale.
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