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Francia, assolto Villepin: non calunniò Sarkozy

Caso Clearstream, per giudici non c'è "alcuna prova certa" del coinvolgimento dell'ex premier francese nelle vicenda dei falsi elenchi bancari della finanziaria lussemburghese nei quali figurava il presidente che si era costituito parte civile. Sarkò: "Non farò appello". Villepin: "Servirò la Francia"

Francia, assolto Villepin:  
non calunniò Sarkozy

Parigi - Dominique de Villepin è stato prosciolto dal tribunale di Parigi al processo Clearstream. "Nessuna prova certa" risulta a carico dell’ex primo ministro francese, accusato di "complicità in calunnia". La Procura di Parigi aveva chiesto 18 mesi con la condizionale e un’ammenda di 45.000 euro per l’ex primo ministro.

Secondo l’accusa, Villepin era colpevole di essersi "volontariamente astenuto" nell’affaire Clearstream, lasciando che questo si sviluppasse, pur nella consapevolezza della falsità degli elenchi bancari trasmessi alla giustizia. Il verdetto del tribunale di Parigi arriva al termine di tre mesi di processo, proprio nel giorno in cui, ironia della sorte, Nicolas Sarkozy, parte civile nel processo e acerrimo nemico di Villepin, festeggia i suoi 55 anni, un compleanno amaro.

De Villepin era accusato di aver sfruttato un falso elenco di titolari di conti bancari presso Clearstream, una finanziaria lussemburghese, per screditare il suo rivale politico del momento e attuale capo dello Stato, Nicolas Sarkozy, che figurava nell’elenco. All’epoca dei fatti, nel 2004, Villepin era ministro degli Esteri e Sarkozy ministro dell’Economia, entrambi con aspirazioni presidenziali. Gli elenchi erano stati falsificati da un ex consulente dei servizi segreti e trasmessi al giudice anticorruzione Renaud Van Ruymbeke da un "corvo" rivelatosi poi essere l’ex vicepresidente del gruppo industriale Eads, Jean-Louis Gergorin uomo vicino a Dominique de Villepin.

Condannati invece Jean-Louis Gergorin, e l’esperti informatico Imad Lahoud, considerati dai giudici gli architetti del complotto, sono stati giudicati colpevoli di calunnia e falsificazione di documenti; Florian Bourges, che procurò i documenti originali, è stato giudicato colpevole di furto e abuso di fiducia. Assolto Denis Robert, il giornalista a cui fu consegnato il falso dossier.

L’avversione fra i due esponenti della destra ha toccato, in questi tre mesi di processo, i suoi livelli massimi. Con il presidente Sarkozy che ha parlato una volta pubblicamente di de Villepin come di "colpevole" invece di usare la parola "sospetto". E con de Villepin che ha denunciato a gran voce "l’accanimento di un personaggio" come unico motivo per il quale era accusato in tribunale. Il duello fra i due assume ora - a metà mandato di Sarkozy - un significato del tutto nuovo dal momento che de Villepin si è posto come possibile candidato nel 2012 ed ha moltiplicato nelle ultime settimane le sue apparizioni pubbliche, anche in banlieue, presentandosi come "alternativa".

Il presidente Sarkozy non farà appello alla sentenza. "Il tribunale - sottolinea Sarkozy in un comunicato dell'Eliseo - ha ritenuto che il ruolo di Dominique de Villepin nella macchinazione non può essere provato. Ne prendo atto, osservando al tempo stesso la severità di alcune considerazioni che lo riguardano". Più in generale, prosegue il capo di Stato francese, "la sentenza mi soddisfa, anche se, non conoscendo personalmente nessuno dei condannati, non avendoli mai incontrati, non provo nei loro confronti alcun risentimento, e continuo ad interrogarmi sulle loro motivazioni"." In queste condizioni - prosegue Sarkozy - annuncio che non farò appello alla decisione del tribunale di Parigi». Il capo dell’Eliseo ricorda quindi che i giudici parigini "hanno riconosciuto una grave manipolazione". Hanno inoltre "concluso che gli autori devono essere sanzionati con una pena di prigione senza condizionale". "Mi ero costituito parte civile perché volevo che queste macchinazioni fossero portate a conoscenza dei francesi, che fossero sanzionate, in modo da evitare che in futuro nessuno abbia la tentazione di dedicarsi a tali pratiche che disonorano la democrazia", conclude Sarkozy.

Dominque de Villepin vuole "voltare pagina verso il futuro" dopo la sua assoluzione. L’ex primo ministro, commentando la sentenza  afferma: "La mia innocenza è stata riconosciuta".

Poi aggiunge: "Non nutro alcun rancore, non voglio vendetta", adesso "voglio servire i francesi e contribuire con spirito unitario alla rinascita della Francia". 

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