In «Gazzetta» il decreto E il settore rinnovabili ora chiede più velocità

Arrivato l'atteso strumento che regola il 2016 Gli operatori dell'eolico: «Ci serve chiarezza»

Alessio Giannullo

Il settore delle rinnovabili chiede velocità e chiarezza normativa. È stato da poco pubblicato (il 29 giugno scorso) sulla Gazzetta ufficiale il decreto attuativo sulle rinnovabili non fotovoltaiche. Un passo a lungo atteso, che il settore saluta con un misto di soddisfazione e rammarico, per i ritardi.

«Sicuramente è una cosa importante che sia arrivato - spiega Simone Togni, presidente di Anev, l'associazione che riunisce decine di operatori del settore eolico - se pure con un anno e mezzo di ritardo. Ricordo che il decreto regola il biennio 2015-2016; imbarazzante, ma dà un po' di ossigeno in termini industriali. Molti operatori stavano abbandonando il nostro Paese, nessuno credeva più che arrivasse e stava perdendo credibilità. Almeno si ristabilisce un po' di stabilità. Il provvedimento, in sé, non disattende i numeri, ma ora sono rimasti solo sei mesi».

Insomma, ciò che gli operatori si aspettano è una maggiore chiarezza e rapidità nelle decisioni: «L'aspetto negativo di questa vicenda - spiega ancora Togni - sono le occasioni mancate sulla semplificazione, soprattutto sul rifacimento degli impianti esistenti. Tuttavia il governo sta lavorando, ci risulta, su un provvedimento organico dedicato alla semplificazione amministrativa. Ultimo aspetto da registrare è che i progetti da realizzare (le aste partiranno in autunno) vedranno la luce nel 2018 ed entreranno in esercizio non prima; abbiamo almeno un anno e più di fermo. Il 2015 e il 2016 sono stati molto brutti, il 2017 sarà drammatico per potenza installata». Il decreto legislativo iniziale, che questo ultimo è arrivato ad attuare, copre il periodo 2012-2020. «Il nuovo decreto dovrà fare passi avanti - prosegue Togni - ma noi chiediamo che sia emanato con tempi rapidi. Un investitore, infatti, il 2017 l'ha già programmato nei piani di budget e di sviluppo. Abbiamo sei mesi, facciamolo subito». «Per una volta - conclude il presidente dell'Associazione nazionale energia del vento - averlo prima del periodo che va a regolare non sarebbe male. Meglio che ci dicano: si fa la metà o non si fa. Chiarezza prima di tutto».

Tutto il settore energia è in movimento. E arriva anche la voce del Coordinamento Free, Fonti rinnovabili ed efficienza energetica. Dopo l'Accordo di Parigi sul clima, ecco la richiesta: «È indispensabile aggiornare e rivedere le politiche energetiche italiane. Le misure di promozione delle rinnovabili e dell'efficienza energetica per il quadriennio 2017-20 vanno definite nel quadro di indirizzi strategici, coerenti con gli obiettivi fissati dall'Unione europea e con la disciplina in materia di aiuti di Stato che stabilisce limiti alla definizione degli incentivi». Questa è la posizione contenuta nel documento presentato a Roma in occasione dell'incontro organizzato dal Coordinamento Free, Fonti rinnovabili ed efficienza energetica e dedicato a «Spunti per una nuova Strategia energetica nazionale 2030-2050».

L'impegno degli Stati membri verso una riduzione media delle emissioni per il 2030 del 40% (su valori del 1990) significa, per l'Italia, un tasso annuo di riduzione nel periodo 2016-2030 più che doppio rispetto a quanto registrato nel periodo 1990-2015.

Indipendentemente dalle scelte comunitarie, questo significa puntare sull'efficienza energetica con obiettivi incrementati fino al 40% al 2030, cosi come peraltro chiesto espressamente dal Parlamento europeo.

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