Gerardo dei Tintori

Un lettore mi ha ricordato (per tempo, come si dovrebbe fare: almeno un mese) che oggi ricorre l’ottavo centenario della morte di s. Gerardo dei Tintori, patrono di Monza. Eccolo, dunque. Nacque a Monza nel 1134 o l’anno seguente. Il nome di famiglia forse riguardava il mestiere dei suoi avi, chissà. Comunque, era un laico e tale rimase. Fu presto orfano di entrambi i genitori, che lo lasciarono ben fornito di beni. Gerardo approfittò di quel denaro per fondare un ospedale fuori dalle mura cittadine, sulla riva sinistra del fiume Lambro. Per tutto il resto della sua vita si occupò di mandare avanti quella sua creazione, occupandosi personalmente (e santamente) dei malati, fossero anche lebbrosi. Numerosi sono i miracoli che si ricordano di lui. Una volta il fiume travolse il ponte che collegava l’ospedale alla città e crebbe parecchio. Ma miracolosamente si fermò sulla soglia dell'ospedale, mentre il santo traversava le acque in piena sul suo mantello. Gerardo ogni mattina andava a pregare nel Duomo, spesso entrandovi a porte chiuse. Una carestia azzerò i magazzini dell’ospedale e lui li fece trovare di nuovo pieni con un miracolo. Un tale di Sesto era finito sotto le ruote di un carro e ne aveva avuto la gola schiacciata. Lo stavano portando a seppellire quando, dopo un’ora, si risveglio sanissimo e senza neanche un livido. Si era rivolto al santo di Monza, che era morto nel 1207. Quaranta giorni dopo la morte di Gerardo, agli abitanti di Olgiate Comasco, afflitti da un’epidemia, un eremita consigliò di andare in pellegrinaggio alla tomba del santo.

Tornarono guariti.

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