Cultura e Spettacoli

"Giù le mani da Ballando, la Rai lo difenda dai cloni"

Intervista a Milly Carlucci. La presentatrice è molto preoccupata perché Canale 5 farà "Io ballo" a settembre: "Non vorrei fosse simile al mio show"

"Giù le mani da Ballando, la Rai lo difenda dai cloni"

«Io ballo sarà un danno per Ballando con le stelle e un danno per tutta la televisione. La Rai dovrebbe fare qualcosa per difenderlo, anzi sono sicura che i vertici aziendali faranno di tutto per proteggere uno degli show più importanti e di maggiore ascolto». Per una volta Milly Carlucci, la presentatrice che non perde mai le staffe, che controlla ogni parola e che ha fatto dell’eleganza e dell’educazione il perno della vita e della professione, si lascia andare a toni un pochino più duri.

Milly è arrabbiata perché, secondo indiscrezioni (i palinsesti autunnali non sono ancora stati ufficializzati), i vertici Mediaset avrebbero deciso di mandare in onda a settembre il format Io ballo, con la conduzione di Barbara D’urso, uno show che assomiglia molto a Ballando con le stelle, il programma che ha già avuto sette edizioni di successo su Raiuno.

E teme che il suo show venga «depredato» dato che il clone di Canale 5 dovrebbe andare in onda a settembre, mentre l’originale è previsto per l’inizio del 2012. Insomma, potrebbe accadere quel che è successo con i bambini cantanti: non solo Canale 5 ha fotocopiato Ti lascio una canzone con Io Canto, ma lo ha mandato in onda prima e ne ha fatto un prodotto di maggiore appeal tanto da superare l’originale in brillantezza e gradimento. A Cologno poco importa di farsi dare dei «copioni»: ciò che conta per un’azienda privata è il business. E poi la risposta da quelle parti è pronta: in Tv nessuna inventa niente, ballo e canto da sempre sono ingredienti di tutti gli show, quel che conta è come si mescolano.

Signora Carlucci, secondo lei è così?
«No. Il format originale è il nostro. Ci abbiamo sudato sopra per anni. Rifarne uno simile significa creare in Tv un effetto già visto. Poi tutto appare come una grande minestrone indifferenziato».

Mediaset fa i propri conti, la Rai cosa dovrebbe rispondere?
«Non sono io che devo esprimermi sulle questioni legali, c’è un ufficio competente. Però penso che valga la pena aprire un confronto, ragionare sulla impopolarità della scelta e chiedere che si cambi idea».

Nel caso di «Io canto», a Canale 5 non ci pensarono proprio...
«Quella volta è andata così, la Rai ha lasciato fare probabilmente non valutando bene il danno. Ora, spero, anche grazie alla nuova dirigenza, che si prendano contromisure. Bisogna tutelare l’unico show che quest’anno è riuscito a mantenere lo stesso livello di ascolti dello scorso, nonostante l’emigrazione del pubblico sui canali digitali».

Ma non dovrebbe essere il programma a difendersi da solo? Se è ancora forte non dovrebbe temere nulla...
«Non è così, in primo luogo perché loro andrebbero in onda prima stancando il medesimo pubblico. E, poi, si sa, la Rai non ha i mezzi economici delle Tv private: noi non possiamo pagare concorrenti e maestri così tanto e quindi loro si potrebbero accaparrare i nomi più famosi».

Sembra che il vostro maestro Samuel Peron abbia già deciso di passare dall’altra parte...
«Non so cosa abbia deciso. So che di fronte a un’offerta più alta della nostra, non ho carte per trattenerlo».

Ha fiducia nel nuovo direttore Lei?

«Assolutamente sì, non solo perché è una donna e questa è una grande e positiva rivoluzione in Rai, ma perché la conosco da anni e so che è una persona brava e preparata.

E, spero, che una volta affrontate tutte le questioni più urgenti, si dedichi anche al nostro problema».

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