Giovane e bellissima purché sia donna

Giovane e bellissima purché sia donna

Il corpo e il nudo hanno ancora un potere? E, soprattutto, ha ancora senso parlare di tabù nell'era veloce e inodore di internet? «Le persone sono naturalmente affascinate dalle età della vita: il nudo e la sessualità ci rendono più consapevoli del modo in cui sentiamo il nostro corpo. Internet rende possibile, in un attimo, trovare informazioni e immagini su qualsiasi tabù, ma questa maggiore conoscenza, invece di renderli più accettabili ha rafforzato nella società una sorta d'avversione. Nell'era di internet avrebbe più senso parlare di privacy». A rispondere è Richard Kern, regista e fotografo americano, le cui opere sono state esposte in tutto il mondo e pubblicate da editori del calibro di Taschen, Universe e Charta. È arrivato a Genova in questi giorni, per presentare la sua attesissima mostra «Photographs». Anteprima giovedì scorso al C dream - il lounge&bar di Costa Crociere in via XII Ottobre, ove sono esposte alcune opere - e inaugurazione ieri da Guidi&Schoen Arte Contemporanea (Vico Casana 31r, fino al 15 aprile).
Agli appassionati di cinema, il nome di Kern riporta alla mente la cultura underground newyorkese degli anni '80, catturata nei corti e nei film del movimento «The Cinema of Transgression», cui l'artista ha partecipato con pellicole girate rigorosamente in superotto. Di quel periodo intenso ed eversivo, è rimasta traccia nell'opera fotografica di Kern, insofferente ai limiti e alle definizioni, sensibile alla sperimentazione ma rigoroso nel modus operandi. Le sue immagini tessono le fila di un quotidiano permeato d'eccezionalità, ove protagonista indiscussa è la donna. Giovane e bellissima, sfida lo sguardo indiscreto di chi la osserva oppure finge di ignorarlo, lasciandosi scrutare nella propria intimità.
L'eterno femminino del XXI secolo si scioglie nell'obiettivo, capace di creare visioni fulminee, ove s'incorre nel climax di una situazione che non è dato conoscere ma soltanto immaginare. O, ancora, di costruire in più scatti - come nella serie «Girlfriends», ispirata ai film degli anni '70 di Eric Rohmer - una trama narrativa incalzante.


Innocenza, malizia e sensualità s'intrecciano senza requie nelle immagini, ove il corpo femminile si svela senza falsi pudori ma con una grazia ben lontana dagli stereotipi del mondo fittizio dei sex magazines, da cui Kern si è allontanato. L'incanto del corpo diventa, quindi, strumento d'indagine del reale, esperienza concreta ed emozionale perché «il desiderio è una delle forze trainanti della società».

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