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Giusti Wine riscopre la Recantina

Un'azienda che ha nemmeno vent'anni di vita ma che ha una storia importante la Giusti Wines, nata dalla volontà di Ermenegildo Giusti, imprenditore delle costruzioni, canadese con chiare origini italiane, a riscoprire le sue radici. Quelle geografiche (è nato a Volpago del Montello, nel trevigiano) e quelle sociali (la sua era una famiglia contadina). Così, cosa di più filologico di fare del vino? Giusti acquista i due primi ettari di terreno nel 2000, impianta il primo vigneto qualche anno dopo, quindi si allarga vorticosamente fino a possedere, oggi, cento ettari suddivisi in dieci tenute tutte ubicate nel Montello e lungo la piana alluvionale della Destra Piave, nel comune di Nervesa della Battaglia.

Giusti Wine, malgrado le risorse importanti, cerca di fare una viticoltura rispettosa. Del terreno, dell'ambiente, delle tradizioni e dell'uomo. Le vigne rispettano il paesaggio, la produzione è improntata alla sostenibilità ambientale, come gesto di testimoniananza è stata restaurata l'abbazia benedettina di Nervesa, la nuova cantina che sarà inaugurata nel 2020, è avveniristica e ipogea, improntata al recupero delle acque e alla produzione di energia rinnovabile. Soprattutto, Giusti Wine si è messa in testa di recuperare e valorizzare varietà autoctone a rischio estinzione, come la Recantina.

E proprio una Recantina in purezza è alla base di uno dei due vini che abbiamo avuto la possibilità di degustare, l'Augusto, un Montello Colli Asolani doc che affina quattordici mesi in grandi botti di rovere di Slavonia ed esibisce un naso complesso e molto ricco, soprattutto di aromi speziati, e una bocca elegante e minerale.

L'altro assaggio è il Giusti Rosé, un metodo charmat da uve Pinot Nero e Chardonnay, piacevole e beverino, molto adatto a un pubblico internazionale.

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