Medicina

Gravi malattie conseguenza dalla cattiva respirazione

«La fisiologia, ovvero la scienza medica che studia il funzionamento del corpo umano, ci insegna che la respirazione corretta è quella nasale (attraverso la quale l’aria viene opportunamente rallentata, riscaldata, filtrata ed umidificata, cosa impossibile attraverso la bocca)», spiega il professor Paolo Gottarelli già docente di Tecniche chirurgiche di correzione estetico-funzionale della piramide nasale all’Università di Ferrara e chirurgo plastico a Bologna (www.paologottarelli.it). «Gran parte di questa delicata funzione è affidata dalla natura ai turbinati inferiori, che debbono a loro volta rispettare dei requisiti di forma e, di conseguenza, di funzione. Uno dei primi momenti dell’inspirazione è dato dalla ossigenazione del naso interno e dei seni paranasali. Queste cavità sono strutture anatomiche rivestite da mucose molto sensibili e specializzate che «confinano» con il cervello e i nervi cranici, ovvero con il potentissimo «centralino» del corpo umano. Una respirazione insufficiente creerà irritazione e, col passare del tempo, «flogosi acute e croniche». Tonsilliti, sinusiti, bronchiti, cefalee ricorrenti, riniti vasomotorie e allergiche, asma bronchiale: sono solo alcune delle patologie che possono dipendere da un cattivo funzionamento del naso. Fortunatamente, oggi, le moderne tecnologie consentono interventi mirati e poco invasivi. «Grazie all’integrazione di due diverse metodiche da me ideate – la MIT (Turbinoplastica Inferiore Bilaterale Modificata) e la GR (Global Rhinoplasty), a cui sempre più spesso viene associata la FESS (Functional Endoscopic Sinus Surgery) che rappresenta la grande evoluzione conservativa della chirurgia dei seni paranasali, - la struttura e la funzionalità del naso vengono ripristinate in modo ottimale, con un rischio di recidive praticamente nullo. La filosofia è quella di ristrutturare il naso in tutte le sue parti (con un approccio, appunto, globale): la struttura scheletrica del naso viene modificata e rinforzata con microinnesti di cartilagine del paziente stesso, al contempo è ripristinata la respirazione modificando i turbinati inferiori nella forma e nel volume». L’invasività dell’intervento è minima: «Le suture sono sigillate in materiale riassorbibile, evitando l’applicazione di tamponi ed il dolore post-operatorio. I pazienti operati riferiscono il miglioramento, più spesso la scomparsa della patologia cronica e invalidante.

Inevitabilmente migliora anche il russamento e le apnee notturne, di cui le alterazioni nasali sono spesso concausa».

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