Guerra in Ucraina

Bombe sul porto di Sebastopoli, colpite due navi russe

Attacco missilistico da parte delle forze armate di Kiev contro la penisola occupata. In fiamme un cantiere navale a Sebastopoli. Mosca: "Colpite due navi in riparazione"

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Nella notte tra martedì 12 e mercoledì 13 settembre le forze armate ucraine hanno sferrato un potente attacco missilistico contro la città di Sebastopoli, in Crimea. Il bombardamento ha causato 24 feriti di cui 4 moderatamente gravi, secondo il bilancio provvisorio pubblicato dal governatore di Sebastopoli, Mikhail Razvozhayev. I danni maggiori sono stati registrati in un cantiere navale dove si è sviluppato un grosso incendio. Le immagini del raid al cantiere navale SevMorZavod, il più grande di tutta la Crimea e il principale hub di manutenzione della Flotta russa del Mar Nero nel quale vengono fabbricati i droni marini russi, sono state diffuse dai canali filorussi e mostrano alcune imbarcazioni in preda alle fiamme, tra cui una nave Project 775 della classe Ropucha e un sottomarino classe Kilo fermi in bacino. Fonti d'intelligence sentite dalla testata Rbc-Ucraina hanno confermato che "il cantiere navale Ordzhonikidze di Sebastopoli è stato danneggiato, comprese le attrezzature" e che "per quanto riguarda i mezzi navali, possiamo ora confermare che una grande nave d'assalto anfibio e un sottomarino sono state danneggiate".

Il ministero della Difesa russo ha riferito dell’attacco di Kiev in un breve comunicato, ammettendo il danneggiamento di due navi: “Stasera le forze armate ucraine hanno lanciato un attacco con dieci missili da crociera presso impianto di riparazione navale S. Ordzhonikidze nella città di Sebastopoli. I sistemi di difesa aerea hanno abbattuto sette missili da crociera e la nave pattuglia Vasily Bykov ha distrutto tutte le imbarcazioni senza pilota. Due navi in ​​riparazione furono colpite dai missili da crociera nemici”. L'assalto al porto di Sebastopoli arriva dopo le elezioni regionali e municipali che hanno visto la scontata rielezione delle autorità fedeli al Cremlino in tutta la penisola.

Il senso dei raid in Crimea

L’Ucraina continua dunque a prendere di mira il territorio illegalmente annesso da Mosca nel 2014 con operazioni chirurgiche. Nelle ultime settimane gli 007 e le forze speciali di Kiev hanno organizzato delle spedizioni in Crimea. Il 24 agosto un piccolo contingente di soldati ucraini è sbarcato nell’estremo ovest della penisola, compiendo una missione di sabotaggio, mentre due giorni fa l’intelligence militare ha condotto un’operazione congiunta con la marina grazie al quale ha riconquistato le torri Boyko, due piattaforme petrolifere occupate dal 2015 dalla Russia. È l’alba di una guerra navale, lontana migliaia di km dal fronte principale dove si combatte da mesi una controffensiva che non ha ancora raggiunto i suoi obiettivi.

La Crimea finisce così sotto tiro e diventa un teatro secondario, ma senza carri armati o trincee, bensì invasa da droni sottomarini e altre armi che permettono ai belligeranti di scontrarsi con minore intensità. E nel frattempo dagli alleati arrivano rassicurazioni sulle forniture belliche: gli Stati Uniti sono pronti a inviare i missili a lungo raggio Atacms, che hanno una gittata di 300 km e sono pensati per colpire bersagli in profondità, come le installazioni russe in Crimea.

L'ombra di Musk

Inaffidabili, invece, i satelliti Starlink forniti da SpaceX. L'azienda di proprietà di Elon Musk, accusato in una nuova biografia di aver disattivato la connessione a internet ai dispositivi in Ucraina, ha segnalato dei malfunzionamenti sospetti nelle prime ore della notte tra martedì e mercoledì, proprio durante gli attacchi al cantiere di Sebastopoli. "Starlink si trova attualmente in un'interruzione di rete e stiamo attivamente implementando una soluzione. Apprezziamo la vostra pazienza e vi aggiorneremo una volta risolto il problema", si legge in un breve messaggio pubblicato sull'account ufficiale pubblicato a notte fonda su X.

Musk ha affermato di non aver mai acceso i satelliti in Ucraina meridionale per non correre il rischio di essere coinvolto nello sforzo bellico di Kiev contro Mosca.

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