Guerra in Ucraina

"Eliminare fisicamente Zelensky...": la risposta di Medvedev ai droni sul Cremlino

Dmitry Medvedev ha sparato a zero contro il presidente ucraino: "Dopo l'attacco terroristico di oggi, non ci sono altre opzioni se non l'eliminazione fisica di Zelensky"

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Eliminare fisicamente Volodymyr Zelensky. È questa l’ultima idea lanciata da Dmitry Medvedev su Telegram dopo lo sventato attacco con droni di questa notte contro il Cremlino denunciato da Mosca. Anche dal parlamento russo si sono alzati i toni, con numerosi deputati che hanno lanciato un coro di appelli ai vertici militari per colpire la residenza del capo di Stato ucraino.

La minaccia di Medvedev

Una frase secca, diretta, pungente. Proprio come le ultime affermazioni lanciate dallo scoppio della guerra in Ucraina, le stesse che hanno finito per contraddistinguerne il personaggio.

"Dopo l'attacco terroristico di oggi, non ci sono altre opzioni se non l'eliminazione fisica di Zelensky. Non è nemmeno necessario firmare l'atto di resa incondizionata. Anche Hitler, come sai, non l'ha firmato", ha scritto il vicepresidente del consiglio di sicurezza russa Medvedev, nonché ex presidente della Federazione Russa.

Detto altrimenti, Medvedev ha chiesto l'"eliminazione fisica" di Zelensky, dopo che Mosca ha accusato Kiev di aver attaccato il Cremlino. Il servizio stampa presidenziale russo ha fatto sapere che l'attentato, risalente alla scorsa notte, e presumibilmente realizzato con due droni ucraini, è stato sventato. Vladimir Putin non è stato ferito e risulta illeso.

Zelensky nel mirino di Mosca

Dal canto suo, Zelensky ha respinto ogni accusa. "Non attacchiamo né Putin né Mosca. Combattiamo nel nostro territorio e difendendo la nostra gente e le nostre città", ha dichiarato il leader ucraino.

Eppure, oltre a Medvedev, anche vari membri della Duma si sono scagliati contro Zelensky. "È ora di lanciare un attacco missilistico contro la residenza di Zelensky a Kiev", ha detto il deputato della Duma Mikhail Sheremet, citato da Ria Novosti. "Zelensky dovrebbe iniziare ad avere paura", ha aggiunto.

"Si tratta di un vero casus belli per dare il via all'eliminazione dell'èlite terroristica dell'Ucraina, sappiamo come colpirla nei loro bunker", ha ammonito il presidente del Consiglio della Federazione, il Senato russo, Serghei Mironov.

"Dobbiamo puntare al centro di Kiev, distruggere l'ufficio del presidente, la Verkhovna Rada (il Parlamento ucraino, ndr), lo stato maggiore e gli edifici che ospitano i servizi segreti", è invece l'appello del deputato Aleksei Zhuravlev.

Gli attacchi del Falco russo

Tra le più recenti minacce pronunciate da Medvedev ne troviamo una risalente allo scorso 25 aprile. Direttamente da Mosca, questa volta il vice capo del Consiglio di Sicurezza russo aveva dichiarato che tutti i Paesi avrebbero dovuto "lavorare per assicurare che non si materializzi la minaccia di una Terza guerra mondiale". "Non so quale potrebbe essere il grilletto" che farebbe scattare un conflitto mondiale, ma "ad un certo punto potrebbe succedere", aveva aggiunto Medvedev, alimentando non poche preoccupazioni in seno alla comunità internazionale.

Medvedev aveva parlato nello specifico dell'eventualità che la Russia potesse usare armi nucleari, a detta sua un'ipotesi che i nemici di Mosca non avrebbero dovuto sottovalutare.

"Gli avversari della Russia non sottovalutino la possibilità che Mosca usi le armi nucleari, la nostra mano non esiterà" nel caso in cui l'esistenza del Paese venisse minacciata, aveva minacciato l'alto funzionario del Cremlino.

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