Guerra in Ucraina

"Mosca vince la gara dei proiettili": i 3 milioni di "pezzi" che cambiano la guerra

Le fabbriche della Federazione producono 3 milioni di proiettili di artiglieria l'anno, conto gli 1.2 milioni dell'Occidente. Ai Paesi della Nato servirà tempo per recuperare lo svantaggio e garantire un sostegno sufficiente a Kiev

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L’industria bellica russa va avanti a pieno regime e concede alle truppe di Vladimir Putin un vantaggio fondamentale nella componente decisiva per le sorti della guerra in Ucraina: l’artiglieria. I servizi d’intelligence della Nato hanno stimato che le fabbriche della Federazione producono 250mila proiettili di grosso calibro al mese, circa 3 milioni l’anno. Complessivamente, Stati Uniti ed Europa riescono a costruirne 1.2 milioni nello stesso periodo.

Ci troviamo in una guerra di produzione”, ha dichiarato un ufficiale dell’Alleanza atlantica alla Cnn. “L’esito del conflitto in Ucraina dipenderà dal modo in cui ciascuna parte è attrezzata per combatterla”. La stessa fonte ha dichiarato che le industrie russe incaricate di produrre munizioni per l’artiglieria sono operative 24 ore su 24 e sette giorni su sette, con turni da 12 ore. Dall’inizio della guerra, inoltre, il numero di lavoratori impiegati nel settore della difesa è aumentato di circa un milione. “La Russia ha messo in campo tutto ciò che ha. La sua macchina da guerra funziona a pieno regime”, ha commentato l’ufficiale. La produzione non è comunque sufficiente a coprire le necessità del conflitto, considerando che le truppe di Putin sparano in media 10mila proiettili di artiglieria al giorno, e per questo motivo l’intelligence occidentale è convinta che gli invasori non riusciranno ad ottenere successi considerevoli sul campo di battaglia nel breve periodo.

Le nazioni europee, inoltre, stanno cercando di accorciare il divario. A febbraio, un’azienda della difesa tedesca ha annunciato l’intenzione di aprire una fabbrica di munizioni in Ucraina, dotata della capacità di produrre centinaia di migliaia di proiettili calibro 155 millimetri all’anno. La stessa società ha inaugurato un nuovo stabilimento in Germania. Nel lungo periodo, la Nato è convinta di poter recuperare lo svantaggio, causato principalmente dal fatto che l’economia della Federazione è controllata e gestita da un autocrate. “Se si riesce a controllare l'economia, probabilmente ci si può muovere un po' più velocemente di altri Paesi”, ha commentato il tenente generale Steven Basham, vice comandante del Comando europeo degli Stati Uniti, sottolineando però che il blocco occidentale avrà dalla sua parte una maggior capacità di sostenere questo continuo impegno produttivo e consegnerà all’Ucraina equipaggiamento più sofisticato di quello schierato dai russi.

Punto chiave di questa strategia della pazienza, però, è la resistenza di Kiev.

Con i fondi americani bloccati dal Congresso e un’economia della Federazione interamente dedicata alla guerra, le forze armate ucraine potrebbero non avere le risorse per tenere le loro posizioni difensive abbastanza a lungo da permettere agli alleati di potenziare il settore della difesa e raggiungere un livello in grado di rivaleggiare con il Cremlino.

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