Guerra in Ucraina

L'accusa di Lavrov: "Vogliono smembrarci. Ci hanno già provato Hitler e Napoleone"

Da una parte gli attacchi massicci e senza sosta sull'Ucraina. Dall'altra un fiume di parole minacciose verso l'Occidente che sostiene la resistenza di Kiev e l'ennesimo tentativo di prova di forza da parte di Vladimir Putin.

L'accusa di Lavrov: "Vogliono smembrarci. Ci hanno già provato Hitler e Napoleone"

Da una parte gli attacchi massicci e senza sosta sull'Ucraina. Dall'altra un fiume di parole minacciose verso l'Occidente che sostiene la resistenza di Kiev e l'ennesimo tentativo di prova di forza da parte di Vladimir Putin. Il 21 febbraio, a tre giorni dall'anniversario dell'invasione, lo Zar parlerà al Gostiny Dvor, centro congressi di Mosca, nella cornice della piazza Rossa. Un discorso non banale che sarà seguito da un concerto-evento allo stadio Luzhniki il giorno dopo e che rappresenterà una continuazione dell'evento voluto dallo Zar con almeno 200mila spettatori pronti a osannarlo. Un discorso ancora più importante dopo che l'anno scorso Putin aveva disertato il consueto appuntamento con la relazione al Parlamento. Il conflitto ovviamente sarà al centro dell'intervento, con lo scontato tentativo di giustificare un'operazione che non sta andando nemmeno un po' come lo stesso leader aveva sperato un anno fa. Ma la macchina della propaganda non può certo fermarsi ora e Putin dovrà in ogni modo contrastare i malumori e le proteste che arrivano dall'interno, ad accezione del suo cerchio magico. Di cui certamente fa parte il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, uno dei falchi del Cremlino che non manca mai di lanciarsi in uscite al limite dell'assurdo. «Coloro che hanno deciso di infliggere una sconfitta strategica alla Russia, hanno deciso di adottare la triste esperienza di Napoleone e Hitler, dichiarando apertamente l'obiettivo di distruggere la Russia o indebolirla il più possibile, le loro richieste per lo smembramento della nostra patria stanno diventando sempre più forti. È chiaro che non solo sopravviveremo ma usciremo da questo confronto ancora più forti», ha detto ieri, aggiungendo che «nessuna accusa e nessuna minaccia potranno fermare la Russia dal portare avanti le sue decisioni». Come Lavrov, anche Dmitry Medvedev, ex presidente e oggi vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, lancia il suo delirio quotidiano mettendo nel mirino il presidente Usa Joe Biden.

«Mostra segni di demenza senile e questo mette in pericolo il mondo intero perché potrebbe distrattamente scatenare la Terza guerra mondiale» ha detto, manifesto della realtà parallela in cui vivono i leader russi.

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