Guerra in Ucraina

L'annuncio di Kiev: "Liberata Robotyne". La guerra si sposta a sud

Il viceministro della Difesa comunica la conquista del villaggio nell'oblast di Zaporizhzhia. Proseguono i combattimenti a sud: come cambiano gli obiettivi della controffensiva dopo l'incontro con la Nato

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L'Ucraina ha annunciato di aver liberato il villaggio di Robotyne, nella regione meridionale di Zaporizhzhia, teatro della controffensiva delle forze armate di Kiev che stanno combattendo contro l'esercito russo. Ad annunciarlo è stato il viceministro della Difesa Hanna Malyar. "Nonostante la feroce resistenza nemica, il villaggio di Robotyne è stato liberato e le nostre truppe si stanno spostando verso sud-est", ha dichiarato l'esponente del governo di Volodymyr Zelensky. Dopo le difficoltà iniziali che hanno congelato e in parte mortificato, anche a causa dell'alto numero di perdite, lo stato delle operazioni militari, l'Ucraina sta adesso spingendo oltre la prima linea di difesa russa. La conferma della conquista di Robotyne in realtà arriva dopo una settimana di notizie incoraggianti per Kiev: è proprio in questo settore che i soldati ucraini hanno ottenuto i maggiori successi. E adesso l'obiettivo immediato sarebbe quello di raggiungere Novoprokopivka e Ocheretuvate, due piccoli insediamenti dove sono già in corso combattimenti e all'apparenza insignificanti ma che, una volta ripresi, avvicinerebbero il fuoco dell'artiglieria ucraina alla logistica russa.

Sebbene Robotyne si trovi infatti a circa 80 km dalla città costiera di Melitopol, una delle tre direttrici dell'offensiva estiva insieme a Berdyansk e Mariupol, lo scopo degli attacchi contro i territori occupati da Mosca potrebbe non essere più – almeno nel brevissimo periodo – quello di un'avanzata inarrestabile verso il mar d'Azov entro l'inizio dell'autunno, quest'ultima ipotesi diventata sempre più improbabile. Secondo svariati analisti occidentali, una tattica più logica sarebbe quella di martellare i rifornimenti russi a sud e interdire il corridoio terrestre che collega le zone occupate con la Crimea. Per facilitare tale scopo, il capo dello Stato maggiore ucraino Valery Zaluzhny ha incontrato i principali generali occidentali al confine con la Polonia in una riunione ad altissimi livelli servita per "ricalibrare" i piani di guerra.

Il consiglio che è stato dato a Kiev è uno solo: non disperdere le unità lungo un fronte di quasi 1000 km troppo affastellato ma concentrarsi su un punto in particolare per mettere pressione sul nemico e costringerlo ad agire di conseguenza. Da qui si spiegherebbero i recenti successi nella fascia meridionale, dove adesso si sta cercando il definitivo sfondamento. Uno degli errori imputati dagli Stati Uniti all'esercito di Kiev, rivela il Washington Post, sarebbe la decisione di difendere a oltranza Bakhmut, in Donbass. Lì, secondo il quotidiano Usa, i vertici militari (probabilmente su ordine del presidente) hanno preferito mantenere una costante rotazione delle riserve che però da un lato non è servita a impedire la vittoria dei mercenari della Wagner e dall'altro ha limitato sensibilmente la capacità offensiva delle brigate dispiegate da giugno a sud.

Il quadro dipinto dal Center for European Policy Analysis in un articolo pubblicato tre giorni fa è tuttavia ottimista. La situazione vicino a Melitopol, scrive Jan Kallberg, peggiorerà drammaticamente quando gli ucraini riusciranno a colpire la logistica russa, ma per riuscirci dovranno prima proseguire per almeno altri 10 km. È questa la distanza, sostiene l'esperto, che mancherebbe per entrare nel raggio di lanciarazzi Himars e sistemi missilistici a medio raggio. "Con il ponte terrestre russo interrotto o chiuso dal fuoco indiretto ucraino o addirittura dalla sua minaccia, la Crimea sarebbe rifornita esclusivamente dal ponte di Kerch o via mare. A quel punto, il Cremlino si troverebbe a dover fare delle scelte difficili: o la popolazione della Crimea soffrirà di carenze significative durante il prossimo inverno, o l'esercito andrà in corto circuito.

La capacità del ponte di Kerch non sarà probabilmente sufficiente a rifornire sia la parte occidentale del fronte che la popolazione civile", conclude Kallberg.

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