Guerra in Ucraina

Medvedv e la strana mappa sull'Ucraina smembrata: cosa rivela il video

Il politico russo ha mostrato una cartina del Paese invaso diviso tra Russia, Romania, Polonia e Ungheria, uno scenario difficilmente realizzabile, e ha chiuso alle trattative finché Zelensky rimarrà alla guida di Kiev

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Dmitri Medvedev sembra aver chiaro il futuro dell’Ucraina. Durante una lectio all’Università Sirio il vicepresidente del Consiglio di sicurezza nazionale di Mosca, nonché ex premier e presidente della Federazione, ha presentato una cartina in cui il Paese invaso nel 2022 è spartito tra Russia, Polonia, Ungheria e Romania.

Uno degli ex leader ucraini ad un certo punto ha detto che l'Ucraina non è la Russia. Questo concetto deve scomparire per sempre. L’Ucraina è sicuramente Russia”, ha dichiarato il politico tra gli applausi del pubblico. “La nostra opinione pubblica considera giustamente l’Ucraina e la sua popolazione come parte della nostra civiltà russa. Se fosse sfuggita alla trappola più stupida tesa dagli Stati Uniti e dai loro alleati per contrastare il nostro Paese, le cose sarebbero andate diversamente”. Medvedev ha poi sottolineato che gli oppositori di Mosca devono capire che “la Russia non ha bisogno della terra di qualcun altro, ma non rinuncerà alla propria” e ha chiuso a qualunque tipo di negoziati con Kiev fintanto che al governo vi sarà il presidente Volodymyr Zelensky, assicurando che l’”operazione militare speciale” continuerà fino alla capitolazione dell’avversario.

Nella mappa, la parte orientale e centrale dell’Ucraina, compresa la costa sud, sono segnate come appartenenti alla Russia. La frazione occidentale è invece spartita tra i tre Stati confinanti a ovest, Romania, Ungheria e Polonia. Sotto l’autorità di Kiev rimane solo una piccola porzione attorno alla capitale, priva di sbocchi sul mare. Medvedev aveva già condiviso questa cartina sul suo canale Telegram nel luglio del 2022, e una versione simile era stata diffusa da Ilja Kiva, ex deputato del parlamento ucraino fuggito nella Federazione all’inizio della guerra e ucciso lo scorso dicembre nella regione di Mosca.

Il numero due del Consiglio di sicurezza nazionale russo non è nuovo a questo tipo di esternazioni belliciste e minacciose, spesso poco credibili e mai seguite da azioni concrete. Nel corso degli ultimi due anni, ha inasprito notevolmente la sua retorica anti-occidentale e ha più volte ventilato la possibilità di un conflitto nucleare con i Paesi del blocco Nato-Ue. Lo scenario presentato sulla mappa, inoltre, sarebbe realizzabile per Mosca solo nel caso di un collasso totale della difesa ucraina, che nonostante la carenza di uomini e munizioni continua a impedire alle truppe di Putin di sfondare nel Donbass.

È anche molto improbabile che Polonia, Ungheria e Romania si siedano al tavolo con lo zar per discutere della spartizione del Paese, considerando la loro appartenenza al Patto atlantico a guida statunitense e, in particolare, la profonda avversione di Varsavia nei confronti di Mosca.

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