Guerra in Ucraina

"Possibile violazione dello spazio aereo". La Romania accusa Mosca

La Romania ha riferito di una possibile violazione dello spazio aereo durante gli ultimi attacchi notturni sferrati dai droni russi contro le infrastrutture della vicina Ucraina

Immagine satellitare del luogo dove sono stati recuperati i resti del drone russo caduto sul confine tra Romania e Ucraina.
Immagine satellitare del luogo dove sono stati recuperati i resti del drone russo caduto sul confine tra Romania e Ucraina.

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In Romania è scattato un nuovo allarme rosso. Bucarest ha riferito di una possibile violazione del proprio spazio aereo durante gli ultimi attacchi notturni sferrati dai droni russi contro le infrastrutture della vicina Ucraina. In seguito alle rilevazioni effettuate, le autorità rumene sostengono che alcuni ospiti indesiderati, inviati da Mosca per effettuare una missione sul territorio ucraino, potrebbero aver sconfinato all'interno del Paese. Non è la prima volta che la Romania, membro dell'Alleanza atlantica, si ritrova a denunciare un episodio così delicato. Poche settimane fa, il presidente rumeno, Klaus Iohannis, aveva accusato il Cremlino per la presunta caduta dei frammenti di un velivolo russo sulla sponda rumena del Danubio, parlando di una situazione impossibile da accettare e di violazione della sovranità di un Paese Nato.

L'allarme dalla Romania

In un comunicato diffuso dal ministero della Difesa si legge che i residenti delle municipalità di Tulcea e Galati sono stati allertati in seguito al rilevamento di gruppi di droni che si dirigevano verso il territorio ucraino vicino al confine rumeno. A quanto pare, il sistema di sorveglianza radar avrebbe indicato "un possibile ingresso non autorizzato" nello spazio aereo nazionale, con un segnale rilevato su una rotta verso il comune di Galati.

Lo stesso ministero ha tuttavia specificato che fino a questo momento nessun oggetto sembrerebbe esser caduto in territorio rumeno. Le ricerche, hanno spiegato da Bucarest, continueranno anche nelle prossime ore per fugare ogni dubbio.

L'episodio descritto risale alla scorsa notte. Intorno alla mezzanotte, gli abitanti di Galati e Tulcea, che si affacciano sul porto di Reni, nell'Ucraina meridionale attraverso il Danubio, hanno ricevuto un avviso che li invitava a mettersi al riparo. Le misure di allerta sono state revocate circa due ore due ore dopo. Ricordiamo che, all'inizio di questo mese, i soldati rumeni hanno costruito rifugi antiaerei per proteggere i residenti del villaggio rumeno orientale di Plauru, dopo il ritrovamento di frammenti di droni nella zona.

Tensioni e allarmi

Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, la Romania è stata costretta a rafforzare le proprie difese militari. Non solo per il rischio, enorme soprattutto nei primi mesi del conflitto, che le scintille ucraine potessero espandersi a Bucarest e dintorni. Ma anche per via di episodi controversi, come presunte violazioni territoriali e ritrovamenti, sul suolo nazionale, di frammenti di mezzi nemici. Tutto questo ha spinto il governo guidato da Iohannis a prendere adeguati provvedimenti.

Durante l'ultimo Forum euro-atlantico a Bucarest, ad esempio, il capo di stato maggiore della Romania, il generale Daniel Petrescu, aveva proprio parlato di questa nuova problematica legata alla guerra russo-ucraina, sostenendo che i russi sarebbero soliti interferire sulle comunicazioni satellitari delle navi che attraversano le acque territoriali romene, ampliando il rischio di collisione tra i vascelli. "Le attività di disturbo della Russia sono costanti - ha detto Petrescu -e condizionano le comunicazioni satellitari aumentando, in tal modo, il rischio di collisioni tra navi commerciali che transitano sulle acque territoriali della Romania".

Le contromisure di Bucarest

Tra le contromisure prese da Bucarest, troviamo lo spostamento delle difese aree nazionali più vicino ai villaggi sul Danubio al confine con l'Ucraina, oltre all'aggiunta di più posti di osservazione militare e pattuglie nell'area. Secondo quanto riportato da Reuters, tali misure, insieme allo schieramento di altri quattro aerei da combattimento F-16 statunitensi e ad una zona di interdizione al volo ampliata, sono un segno di crescente preoccupazione in Romania.

Subito dopo essersi ritirata dall'accordo sui cereali del Mar Nero il 17 luglio, Mosca ha iniziato a prendere di mira i porti e i magazzini ucraini lungo il Danubio, nel tentativo di soffocare la principale rotta alternativa per le esportazioni agricole di Kiev. Tra gli obiettivi c'erano i porti ucraini di Izmail e Reni, situati dall'altra parte del Danubio rispetto al suolo rumeno.

Secondo le due fonti, episodi isolati di parti di droni caduti in Romania sottolineano il rischio di un malinteso - o peggio - tra Russia e Nato, spingendo le forze armate rumene ad aumentare la sicurezza nell'area per proteggere i civili.

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