Guerra in Ucraina

"Puntava a Shoigu e Gerasimov": svelato il vero piano del capo della Wagner

Funzionari occidentali sul Washinton Post hanno svelato che il capo della Wagner aveva elaborato un piano specifico contro i vertici della Difesa, saltato però in quanto scoperto dall'Fsb

"Puntava a Shoigu e Gerasimov": svelato il vero piano del capo della Wagner

Prigozhin ha pianificato a lungo la sua marcia verso Mosca e la sua azione contro i vertici della Difesa. Ma ha lasciato tracce del suo piano, ha saputo che l'Fsb ne era a conoscenza e così ha dovuto accelerare le mosse. E forse è per questo che, alla fine, ha fallito e ha deciso di evitare l'ingresso nella capitale. La parziale ricostruzione di quanto avvenuto sabato è arrivata nelle ultime ore dal Wall Street Journal.

In un reportage sono stati riportati pareri di alcune fonti delle intelligence statunitensi ed europee. Tra di loro, prevale la convinzione che il vero intento del capo della Wagner era quello di catturare Shoigu e Gerasimov. Ossia, rispettivamente, il ministro della Difesa e il capo di stato maggiore dell'esercito.

Il piano originale

Lo scontro tra Prigozhin e i vertici della Difesa russa andava avanti da mesi. Il capo della Wagner, soprattutto da gennaio in poi, ha iniziato a lanciare dure accuse a Shoigu e Gerasimov. Dalla mancanza di adeguati rifornimenti fino a possibili boicottaggi contro la compagnia di contractor, sono stati questi i principali elementi di contrasto. Prigozhin probabilmente aveva fiutato l'aria: il suo attivismo, tanto militare quanto mediatico, non andava bene alla dirigenza del ministero della Difesa.

Ma la vera goccia che potrebbe aver fatto traboccare il vaso ha riguardato il piano per un assorbimento delle compagnie private all'interno dell'esercito. Lo spettro di una perdita di autonomia, così come sottolineato nei giorni scorsi da diversi analisti, potrebbe aver convinto Prigozhin ad acuire i toni dello scontro. Fino a elaborare per l'appunto un piano volto a catturare ministro e capo di stato maggiore.

Il piano, secondo i funzionari occidentali sentiti dal Wsj, consisteva in un'azione da attuare durante una visita di Shoigu e Gerasimov nel sud della Russia. Il gesto avrebbe innescato reazioni a catena. Con la convinzione, da parte di Prigozhin, di un appoggio alla Wagner da parte di diversi generali dell'esercito. Sempre secondo fonti occidentali, il leader dei mercenari aveva parlato del piano proprio con alcuni vertici delle forze armate.

Una mossa probabilmente fatta da Prigozhin per avere certezze del sostegno di una parte dei generali. Ma è forse a questo punto che il piano originale è naufragato. Le voci di una possibile eclatante operazione sono state intercettate dall'Fsb, il servizio segreto russo. Due giorni prima del disco verde alle operazioni, anche a Mosca sono venuti a conoscenza del piano. Una circostanza quest'ultima resa nota direttamente da Viktor Zolotov, comandante della guardia nazionale russa. "Fughe di notizie specifiche sui preparativi per una ribellione che sarebbe iniziata tra il 22 e il 25 giugno - ha dichiarato alla stampa - sono trapelate dal campo di Prigozhin 48 ore prima".

Nel frattempo, sempre secondo il Wp anche i servizi segreti occidentali hanno fiutato un possibile piano di Prigozhin. Intercettazioni, comunicazioni elettroniche e foto satellitari avrebbero rivelato agli occhi dell'intelligence statunitense ed europea le intenzioni dell'oramai ex alleato di Putin. Il capo della Wagner potrebbe aver intuito in autonomia che il suo piano aveva lasciato troppe tracce. Oppure è stato semplicemente informato da qualcuno da Mosca. Fatto sta che, messo alle strette dalla consapevolezza di essere stato scoperto, Prigozhin ha annullato il piano originale.

Prigozhin costretto a cambiare strategia

Tuttavia, il leader dei miliziani non ha rinunciato al proposito di lanciare un'azione eclatante. Fallita l'azione volta a catturare Shoigu e Gerasimov, Prigozhin ha iniziato a elaborare un altro piano riguardante questa volta un'avanzata su Mosca. Per farlo però, occorreva molto materiale. Nelle basi della milizia, sono stati così radunati carri armati, blindati e qualsiasi altri mezzi necessario per puntare sulla capitale. A giudicare poi dall'andamento dell'avanzata, è possibile pensare anche a un elaborato piano volto a far entrare in azione i propri gruppi già presenti nelle varie regioni coinvolte dalla sua rivolta.

Anche in questo caso però, secondo i funzionari sentiti dal Wsj, Prigozhin è stato scoperto. Del resto richiamare interi gruppi e radunare grandi quantitativi di mezzi non può non dare nell'occhio. Per questo motivo, il numero uno dei mercenari ha deciso di passare all'azione diversi giorni prima di quanto stabilito. Una mancata chiara pianificazione dettata da un'improvvisa accelerazione dei piani, potrebbe aver compromesso la corsa verso Mosca. Prigozhin avrebbe forse capito che all'interno della capitale si sarebbe raggiunto un pericoloso stallo militare. Da qui l'idea di rinunciare all'avanzata, tornare indietro e accettare l'esilio provvisorio in Bielorussia.

Cosa non torna

Se alcuni aspetti della vicenda hanno iniziato a essere meno avvolti dal mistero, altri contorni importanti continuano ad apparire poco chiari. In primo luogo, i funzionari sentiti dal quotidiano Usa si chiedono come mai, nonostante l'Fsb fosse stata a conoscenza delle intenzioni di Prigozhin, la Wagner sia riuscita ad arrivare alle porte di Mosca. In secondo luogo, occorre capire con quali generali ha parlato lo stesso Prigozhin dei suoi piani. C'è chi, soprattutto in occidente, nelle ultime ore ha fatto ampi riferimenti a un possibile appoggio dato ai mercenari da parte di Sergej Surovikin. Indiscrezioni in tal senso sono apparse sul New York Times.

Ma Dmitri Peskov, il portavoce del Cremlino, le ha bollate come "pettegolezzi".

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