Cultura e Spettacoli

Guzzanti fa a fette moralisti e radical chic

Solo lui può dire "froci, negri e puttane" senza essere linciato

Guzzanti fa a fette moralisti e radical chic

«Oddio, raga' c'è una rumena, state attenti ai sordi». «Ma uno può essere orgoglioso di essere quasi frocio?». «Mo' ai Fantasti 4 hanno fatto la torcia umana negra, io non so' razzista, ma poi si capisce che la gente s'incazza... ma non c'ha poteri paranormali, gl'hanno dato fuoco!». Chiunque dicesse queste battute in tv potrebbe rischiare il linciaggio. Invece Corrado Guzzanti no, riesce a essere volgare, razzista, omofobo, cattivo, superare qualsiasi limite del politicamente corretto senza far arrabbiare nessuno, anzi strappando risate a non finire, a destra come a sinistra. Perché Guzzanti, nel suo Dov'è Mario?, in onda dall'altra sera su Sky Atlantic e in chiaro su Tv8 riesce in un'impresa mirabolante: trasformare la satira in fiction. Costruito con grande maestria, con tutti i crismi del cinema, Dov'è Mario? risulta quasi inclassificabile: non è una serie, non è un film, non è uno spettacolo teatrale, non è uno show televisivo, ma è un mix di tutto questo (purtroppo per sole quattro puntate). Come un moderno Dr. Jekyll e Mr. Hyde, lo stimatissimo professore, intellettuale, scrittore, habitué dei salotti radical chic Mario Bambea, con tanto di erre moscia di ordinanza, a causa di un incidente stradale, si sdoppia: di notte si trasforma nel grezzo, pecoreccio, volgare comico Bizio Capoccetti, seguitissimo nel piccolo teatro sotto casa. Di giorno, va ai convegni, frequenta i talk show e scrive libri su incarico del governo, di notte prende in giro stranieri, gay e prostitute. Insomma, se l'altra sera ve lo siete perso, andate a vedervelo (così vi aggiungete ai 330mila che lo hanno seguito susu Sky e ai 233 su Tv8). Il suo merito è di prendere per i fondelli senza distinzioni il giro della gauche caviar e il popolino romano. Sarebbe tutto già visto e fuori tempo massimo (se c'è un merito di Renzi è quello di aver detronizzato l'intellighenzia di sinistra) se non fosse così ben infiocchettato da Guzzanti. E così ci stanno a pennello i camei di Mentana, Floris e Travaglio che si sono prestati con autoironia. Del resto «so' anni che t'ascolto, ho letto tutti i libri, gli articoli, pure le videocassette, e non ci ho capito un c..., ma voi siete pagati per farmi sentire un coglione?», chiede un ascoltatore allo sbigottito professor Bombea invitato in una trasmissione radiofonica. Chi ha ragione? L'importante è «non guardare Masterchef, un format della massoneria internazionale»...

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