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I cacciatori di taglie? Esistono ancora. Ma i fuggitivi ora li catturano a scuola

Negli Stati Uniti sono quasi 20mila, catturano otto fuorilegge su dieci, ma quelli che diventano ricchi grazie alla cattura dei banditi sono molto pochi. Non hanno mai avuto regole, né scrupoli ma ora devono rispettare una legge. E soprattutto studiare come degli scolari

Sono gente di frontiera, gente che vive al confine della legge. Cacciatori di uomini come duecento anni fa. Non ci sono più le locandine dead or alive, vivo o morto, sulle strade di Abilene o El Paso, ma gigantografie che si rincorrono sulle autostrade, lungo i bordi delle highways, con le immagini del fuggitivo, il prezzo della cattura, il numero verde per chi non vuole andarsi a cercare rogne. Ogni anno l'America conta più o meno 30mila fuggitivi, per lo più pesci piccoli, disperati liberi su cauzione che non si presentano al processo. Occhio però perché qualcuno è pericoloso, col grilletto facile, se lo insegui sai cosa ti aspetta. Fuori di galera c'è comunque un esercito pronto a mettersi alle calcagna di chi fa il furbo. Bounty Hunters, cacciatori di taglie, gente che campa sulla tua fine. Ne hanno contati più o meno 20mila, solo la metà sono regolari. Tipi solitari, che si muovono senza tesserini, senza mandato d'arresto, senza scrupoli.
E la legge che li ha sempre voluti così, da quando, era il 1872, la Corte Supremadecise di garantire impunità a tutti quelliche decidevano di inseguire fuorilegge, ladri di cavalli e rapinatori di banche che fossero: chiunque poteva sentirsi un poliziotto senza esserlo per forza. Poi ci ha pensato Hollywood a rivestirli di leggenda, con l'Harrison Ford di Blade Runner o il Robert De Niro di Prima di mezzanotte. A ingaggiare questa muta di mastini sono le agenzie di assicurazione, le Bail Bond, che pagano le cauzioni per gli imputati in attesa di giudizio: se questi non si presentano alla sbarra hanno in genere sei mesi di tempo per consegnarli alla giustizia e non perdere l'anticipo versato.
Qualche volta sbagliano. Catturano un tipo che non c'entra, sparano a chi passa di lì. Ma otto fuggitivi su dieci restituiti alle galere sono merito loro. E senza che lo Stato abbia mai pagato un dollaro per questo. Si accontentano di quello che passa il convento, dai quattro agli undici milioni delle vecchie lire per ricercato, ma c'è gente come Martin Bienstock che, bandito dopo bandito, in un anno ha messo via un paio di milioni di dollari. In fondo lavorano come nel vecchio West quando non c'era polizia a garantire l'ordine per tutti. Ma i tempi sono cambiati, oggi è proprio la polizia il nemico numero uno dei loro guadagni. Diversi, ovvio anche gli strumenti: travestimenti e informatori come sempre ma anche spie computerizzate, minuscoli e potentissimi microfoni, telecamere a visione notturna. E da qualche anno bisogna anche andare a scuola, l'improvvisazione non paga più.
A Tucson, in Arizona, c'è per esempio il National Institute of Bail Enforcement, l'Harvard dei cacciatori di taglie, che ha già diplomato quasi quattromila bounty hunters. Ventitré ore di corso, per la frequenza basta un weekend, quattrocento dollari di iscrizione e il diploma è tuo. Anche perché le leggi stanno cambiando e devi imparare a conoscerle. Arizona e California per esempio pretendono una fedina penale pulita e guai a varcare i confini di una proprietà privata senza un'autorizzazione legale, il Texas ha vietato le armi da fuoco ai cacciatori di uomini e il Kentucky non li vuole più nemmeno vedere nei paraggi. «La polizia basta e avanza» dicono non troppo convinti. E poi c'è la nuova frontiera, la partita di caccia del futuro, una prateria tutta da conquistare: l'evasione fiscale. Ora può capitare che prima di entrare in casa di qualcuno i cacciatori entrino nei suoi conti correnti. C'è una taglia in denaro anche per chi cattura chi evade le tasse. Esentasse, naturalmente...

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