Silvano Tauceri
Nella storia degli scandali calcistici e in quella del Genoa cè un lontano precedente che costò alla società ligure la penalizzazione-record di 28 punti per illecito sportivo. Lepisodio risale al campionato 1959-60 e ha avuto risvolti incredibili e beffardi: il Genoa infatti fu duramente punito per aver cercato di addomesticare il risultato della partita di Bergamo: pagò parte dellimporto proposto e fu pure sconfitto 2-1.
Al centro della vicenda fu Gino Cappello, centravanti del Bologna e del Milan, azzurro ai mondiali 1954, che aveva chiuso la carriera ma era tesserato per il Cral Tranvieri di Bologna e partecipava a tornei notturni estivi. Accompagnato da una persona (che linchiesta non riuscì a identificare), Cappello si presentò a casa di Giovanni Cattozzo, terzino dellAtalanta (nel 53 avevano giocato assieme nel Bologna). Gli propose di adoperarsi per favorire la vittoria del Genoa chera ultimo in classifica, coinvolgendo qualche altro giocatore, e gli versò un milione di lire con limpegno di versare altri milioni dopo la partita. Cattozzo la sera stessa informò il presidente atalantino Tentorio, il quale allertò lufficio inchieste della federazione. Il caso fu affidato allavv. Angelini, capo dellufficio inchieste, che si recò subito a Bergamo per sorvegliare eventuali movimenti del Genoa, chera giunto in largo anticipo, mentre un suo collaboratore controllava lAtalanta, in ritiro a Clusone.
Il Genoa andò in vantaggio al 20 con Barison, lAtalanta pareggiò con un rigore di Marchesi al 44 e al 10 della ripresa Longoni segnò il gol decisivo. Il «giallo» scoppiò il successivo martedì quando lavv. Angelini interrogò Cappello a Bologna e poi Cattozzo a Bergamo. Cappello dichiarò di essere estraneo e in unintervista affermò di non essere stato interrogato né di conoscere lavv. Angelini. Cattozzo invece confermò lincontro con lex compagno di squadra.
Il Genoa chiuse il campionato allultimo posto con 18 punti (4 vittorie, 10 pareggi e 20 sconfitte) e retrocedette in serie B. Il 1° giugno la corte giudicante della Lega deliberò la radiazione di Gino Cappello e la penalizzazione di 28 punti al Genoa, per responsabilità oggettiva in corruzione sportiva.
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