I «Sax for fun» alla Sala delle Colonne

Pietro Vernizzi

Nel film Bird con Clint Eastwood appare come un musicista tutto genio e sregolatezza, anche se il vero Charlie Parker era diverso da questo stereotipo e, comunque, molto di più. È a lui che quest'anno, cinquantesimo dalla sua morte, è dedicato il Festival Iseo Jazz, che per la prima volta inizierà a Milano per poi trasferirsi nelle ville e nei parchi sulla riva del lago.
Un avvio insolito, con il concerto gratuito di stasera al Museo della scienza e della tecnologia e un convegno di due giorni in Bocconi cui interverranno studiosi europei e americani. A esibirsi nella Sala delle Colonne del museo saranno i Sax for fun, quartetto di Trento formato dai sassofonisti Giorgio Beberi, Stefano Menato, Hans Tutzer e Fiorenzo Zeni. Dopo avere prodotto tre album che spaziano a 360 gradi tra i diversi stili del jazz, da un anno stanno lavorando sulle melodie be-bop di Charlie Parker.
Il progetto vedrà la luce per la prima volta a Milano con l'esecuzione di Yardbird suite e di altri brani dell'artista, ma anche di pezzi dei suoi collaboratori come Bouncing with Bud di Bud Powell e Salt Peanuts di Dizzy Gillespie.
Rivela il sax tenore Zeni: «Alla base del concerto c'è stato un lavoro di "arrangiamento filologico". Abbiamo cercato di capire l'impronta originale del pezzo, il clima che lo circondava, che cosa poteva passare in mente all'artista quando lo componeva. E dentro questa ispirazione di partenza abbiamo messo la creatività di ciascun membro del quartetto». Aggiunge dunque il sassofonista: «Anche se ha composto soprattutto negli anni '40, Parker è stato un innovatore. Da lui abbiamo tratto linfa vitale per andare avanti e cercare di innovare a nostra volta».
Saranno otto gli studiosi che si confronteranno sulle novità musicali introdotte da Parker. Tra gli altri Lewis Porter del New Jersey, che porterà in Italia la raccolta di tutte le pellicole sul jazzista, dai documentari ai film.
Mentre Wolfram Knauer giungerà direttamente da Darmstadt, il più importante archivio e centro studi europeo sul jazz.

Ma anche gli studi italiani si difenderanno bene grazie tra gli altri a Vincenzo Caporaletti.

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