Roma

Infiorata di Genzano, antipasto per i bimbi

Loredana Gelli

Quattrocentocinquantamila fiori, un tappeto floreale di duemila metri quadri con 25 disegni a tema. A Genzano torna l’Infiorata che tradizionalmente celebra il Corpus Domini e la vocazione di un paese per i fiori. I festeggiamenti iniziano con la versione dedicata ai bambini proprio domani per riprendere nei tre giorni più ricchi di appuntamenti da venerdì 16 a domenica 18 giugno. Sempre più fiori e meno essenze. I maestri infioratori ne adopereranno centomila in più, a discapito dei materiali di rifinitura: caffè, semi di pino, olivo e vinaccia. Per disegnare i quadri si deve aspettare venerdì 16, appunto, quando gli artisti cominceranno a tracciare i disegni dei quadri floreali sul selciato, mentre nel cortile del palazzo comunale, donne e bambini procederanno allo spelluccamento dei fiori. Il giorno dopo partirà la cerimonia della posa in terra dei petali. Domenica 18 giugno, quindi, si celebra l’Infiorata (il tappeto lungo 250 metri è uno dei più grandi al mondo) e il passaggio della processione in onore del Santissimo Sacramento. Via Belardi, ex via Livia, si colorerà di mille sfumature. A primeggiare il giallo della ginestra, l’azzurro della torrena, il rosso del garofano ed il verde del bosso e del finocchio selvatico. Colori «disfatti» il lunedì dalle corse dei bambini. Un altro momento toccante: a Genzano lo chiamano «spallamento». La tradizione dell’Infiorata genzanese risale al 1778 e in oltre due secoli ha attratto milioni di fedeli, curiosi, papi, regnanti ed ospiti illustri, come Garibaldi, Andersen, Gogol’ e Massimo d’Azeglio. Ora, i maestri fioristi hanno cominciato a esportare la propria creatività ben oltre i confini nazionali.
Ma l’infiorata è anche ricca di gusto, quello tipico dei prodotti agro-alimentari della campagna romana, come l’insuperabile fragranza del pane casereccio che ha ottenuto l’indicazione geografica protetta dall’Unione Europea e il raffinato vino doc dei Colli Lanuvini, protagonisti degli spazi espositivi allestiti nel borgo storico.
Genzano si erge sul ciglio di un altopiano lavico, dominante su di un lato la pianura verso il mare e, sull’altro, il cratere di origine vulcanica del lago di Nemi. Le antiche mura urbane, realizzate a partire dall’epoca dei Cistercensi, si sviluppano lungo due lati dell’approssimativo triangolo formato dal borgo originario. Il pontefice Martino V permise, attorno al 1500, ai monaci cistercensi di San Anastasio, di vendere ai Principi Colonna il Castello di Genzano. Fu così che Marcantonio Colonna, trionfante sui turchi vendette il castrum a Fabrizio de’ Massimi il quale, a sua, volta, lo cedette a Giuliano I Cesarini. Da quel momento Genzano si sviluppò sotto il dominio dei Cesarini e, quindi, degli Sforza, loro eredi e successori. Al primitivo nucleo medioevale viene aggiunto, nel XVII secolo il sistema delle triangolazioni olmate, gli ampi viali alberati che collegano visivamente alcuni punti focali del paese: Palazzo ducale, il duomo vecchio e i due rilievi isolati di Colle Pardo, all’ingresso di Genzano e di Monte due Torri, in direzione di Anzio. Tra la prima metà del XVII e l’inizio del XVIII secolo si innesta, nella triangolazione seicentesca del territorio, un secondo tridente più interno, costruito dall’attuale Via Belardi, la strada dell’Infiorata. Il monumento più significativo della città è Palazzo Sforza Cesarini, sia per i valori architettonici sia per il ruolo fondamentale rivestito nello sviluppo di questo centro. Info: Colline Romane 06.94549045, centro Infiorata 06.

93953134.

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