Le malattie cardiovascolari sono un gruppo di patologie a carico del cuore e dei vasi sanguigni. Nella maggior parte dei casi il processo patologico interessa il sistema arterioso, con conseguente ostruzione parziale o totale delle arterie a causa delle cosiddette placche aterosclerotiche. Tuttavia è bene ricordare che sono considerate malattie cardiovascolari anche i difetti congeniti del cuore, l'insufficienza cardiaca, le valvulopatie, le varie forme di aritmia e i disturbi reumatici ad interessamento miocardico. Esse si dividono in:
- Patologie ischemiche cardiache (ad esempio l'angina pectoris e l'infarto del miocardio);
- Patologie cerebrovascolari (ad esempio l'ictus ischemico ed emorragico).
Purtroppo le malattie cardiovascolari, solo in Italia, sono responsabili del 44% di tutti i decessi. In particolare la prima causa di morte nel nostro Paese, con una percentuale che si attesta al 28%, è la cardiopatia ischemica. Chi sopravvive ad un attacco cardiaco diventa a tutti gli effetti un malato cronico. Questa condizione non solo determina un netto peggioramento della qualità di vita del paziente, ma comporta altresì notevoli costi economici per la società.
Le cause delle malattie cardiovascolari
Esistono fattori di rischio che favoriscono la comparsa delle malattie cardiovascolari. Questi possono essere sia non modificabili che modificabili. Tra i primi rientrano:
- Il sesso: generalmente sono più colpiti gli uomini, ma nelle donne in menopausa la probabilità di soffrirne tende ad aumentare;
- L'età superiore a 50 anni;
- La familiarità.
Sono invece fattori di rischio modificabili:
- L'aterosclerosi;
- L'ipertensione arteriosa;
- L'ipercolesterolemia;
- Il diabete;
- L'obesità;
- Il fumo di sigaretta.
Secondo gli scienziati della North American Menopause Society (NAMS) i pasti consumati in solitudine accrescono la possibilità di sviluppare malattie cardiovascolari nei soggetti femminili anziani. Dello studio pubblicato sulla rivista Menopause abbiamo parlato in questo articolo.
Le malattie cardiovascolari e l'intelligenza artificiale
L'intelligenza artificiale, secondo gli scienziati dell'Università di Rutgers, può fare la differenza nella diagnosi precoce delle malattie cardiovascolari, in particolare della fibrillazione atriale e dell'insufficienza cardiaca. La fibrillazione atriale è un'aritmia ectopica sopraventricolare, ovvero una profonda alterazione del ritmo cardiaco. Il disturbo comporta una compromissione della capacità contrattile del cuore. Il battito, dunque, diviene irregolare e le contrazioni del miocardio si fanno più rapide. Ciò si traduce nell'incapacità dell'organo di pompare in maniera corretta il sangue nei vari distretti corporei.
L'insufficienza cardiaca, invece, è una condizione cronica progressiva in cui il cuore non è in grado di fornire la giusta quantità di sangue rispetto alle normali esigenze dell'organismo. Il miocardio appare indebolito e i tessuti periferici sono sofferenti a causa dell'inadeguata ricezione di ossigeno e nutrimenti. Il dottor Zeeshan Ahmed, autore principale dello studio pubblicato su Genomics, ha affermato: «Con l'intelligenza artificiale abbiamo previsto l'associazione di geni altamente significativi per le malattie cardiovascolari legati a variabili demografiche come razza, sesso ed età».
Lo studio
Nonostante i significativi progressi nella diagnostica, nella prevenzione e nel trattamento delle malattie cardiovascolari, circa la metà dei pazienti colpiti muore entro cinque anni per una serie di complicazioni. I ricercatori sono giunti alla conclusione che l'uso dell'intelligenza artificiale e dell'apprendimento automatico può accellerare la capacità di identificare i geni che hanno importanti implicazioni nei disturbi cardiaci. Ciò a lungo termine può tradursi in miglioramenti delle diagnosi e delle cure.
Il team, impiegando modelli di intelligenza artificiale e analizzando soggetti sia sani che malati, ha identificato vari geni associati al rischio di sviluppare le malattie cardiovascolari. Dall'indagine è emerso che l'età e il sesso erano fattori correlati all'insufficienza cardiaca. Invece i fattori quali età e razza erano associati alla fibrillazione atriale.
Ora gli studiosi desiderano utilizzare questo approccio per valutare l'intero set di geni nei soggetti con problematiche cardiache. L'intelligenza artificiale, infatti, potrebbe essere in grado di rilevare biomarcatori significativi e altri fattori di rischio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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