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Insegnò a volare ai terroristi dell'11 settembre: «Ora ho perso anche i sogni»

Rudi Dekkers era l'istruttore da cui Atta imparò a guidare un aereo. «Era un taciturno, non gli piaceva parlare con noi - ricorda - Ma chi poteva immaginare quello che voleva fare con le mie lezioni?». L'uomo intanto ha perso tutto il suo patrimonio, la fortuna gli ha girato le spalle e il lavoro non è più quello di una volta

A dieci anni di distanza, Rudi Dekkers, l'istruttore di volo di Mohammad Atta e di un altro dei quattro terroristi-piloti dell'11 settembre 2001, dice di non aver nulla di cui rimproverarsi, ma riconosce anche di aver comunque perso tutto ciò che aveva a causa di quelle lezioni, compresi i suoi sogni. «Se c'è qualcuno che non si comporta bene, chi pensa che si tratti di un terrorista?», si è chiesto in una recente intervista, aggiungendo sconsolato: «Allora, la metà degli abitanti di questo Paese sarebbero terroristi».
Nei sei mesi del corso, Dekkers rimase ogni giorno a contatto con Atta e Marwan al Shehhi, che erano iscritti alla scuola di volo di sua proprietà a Venice, in Florida. «Andavamo sempre fuori di una decina di miglia - racconta Dekkers - in una zona tranquilla», così che i suoi allievi potessero esercitarsi in virate repentine e ogni altra pratica di volo.
«Atta era sempre taciturno, non gli piaceva parlare con noi. Al Shehhi invece chiacchierava», ricorda ancora l'istruttore, che ancora conserva i documenti di annessione al corso dei due aspiranti piloti. Erano molti simili agli altri suoi studenti stranieri, a parte il fatto, aggiunge Dekkers, di essere a volte irrispettosi e distratti. Dopo qualche rimprovero, il loro atteggiamento porò cambiò, e il corso andò avanti.
Poche ore dopo l'attacco, l'Fbi entrò nell'ufficio di Dekkers, sequestrando computer e documenti. Poi iniziarono per lui i guai con l'ufficio immigrazione e con altre autorità federali, e anche dello Stato della Florida. Da allora, per Dekkes, è iniziato il rapido declino finanziario. E anche le anonime minacce di morte, che però sono scemate da quando ha iniziato a raccontare la sua storia alla stampa.
Prima di quel tragico giorno, «valevo sulla carta oltre 12 milioni di dollari. Un anno dopo l'11 settembre, valevo solo 46 mila dollari», ha detto Dekkers a «Voice of America», aggiungendo di aver dovuto vendere la sua azienda, la sua bella casa sulla spiaggia di Naples, e di aver perso tutti i suoi risparmi.
«Ho perso tutto. I miei soldi e il mio sogno», ha affermato l'ormai ex istruttore di volo, che si dice anche fortunato per essere riuscito in questa situazione a trovare un modesto lavoro. «Ero in cima al mondo, ora sono sul fondo.

L'11 settembre - dice ancora - lo rivivo ogni giorno».

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