L'articolo della domenica

Ci rimane solo l'industria della giustizia

Invece di basare la nostra politica sulla mentalità imprenditoriale, la affidiamo a commi e legulei

Un Paese senza imprese produttive è condannato alla decadenza e alla miseria. Non solo sul piano economico, ma anche su quello artistico, culturale e della vita civile. Perché l'impresa è l'unica formazione sociale in cui si incarna la razionalità moderna, quella in cui le risorse che entrano escono arricchite di valore. L'impresa è un'entità in cui tutte le operazioni compiute da tutti i suoi addetti - dall'amministratore delegato al tecnico, all'operaio - vengono sempre progettate, realizzate e monitorate in modo che, in ogni punto dalle filiera, si raggiunga il valore desiderato.

In una fabbrica di pasta, il processo incomincia sul campo, dove gli agronomi studiano il tipo di semente, il tipo di terreno, il modo corretto di coltivazione per avere il grano più ricco, per fare le miscele più adatte che poi, macinate nel modo corretto, consentono di ottener il prodotto migliore. Un immenso ciclo trasformativo di cui si avvantaggiano l'agricoltura, il consumatore e il lavoratore, e che dà i profitti con cui fare nuovi investimenti. Questo sistema viene costantemente migliorato dagli stessi tecnici dell'impresa, che perciò sono tutti artefici e tutti responsabili del suo progresso. Se anche un solo bullone si surriscalda, interviene subito l'operaio che chiama gli ingegneri che correggono il difetto.
Nel sistema politico, invece, se qualcosa non va invece si deve fare una legge che viene stesa da legulei che non si riferiscono ad una realtà concreta. E la legge rimanda sempre ad altre leggi, ad altri commi, ad altre autorità. Il sistema giuridico è formalmente razionale, ma non è fondato sul principio costi-benefici. Non monitora mai i suoi effetti, e non ha al suo interno meccanismi correttivi.

Solo la razionalità dell'impresa è fondata sul calcolo puntuale costi-benefici dove, se i costi superano i benefici, l'impresa fallisce. Oggi in Italia le imprese vengono schiacciate dalla recessione, c'è disoccupazione, crollano i consumi e gli investimenti. Ma il sistema burocratico-giuridico continua a funzionare immutato.

Non saremo più un grande Paese industriale però restiamo la patria del diritto.

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