Elezioni Regionali

Il campo largo ci prova ancora: ora in Basilicata si punta su Piero Marrese

Ufficializzato il quarto tentativo di candidatura a governatore per Pd e 5 Stelle: il presidente della Provincia di Matera dovrà rimettere insieme i cocci del campo largo lucano dopo le figuracce di questa settimana

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Il campo largo ci prova ancora: ora in Basilicata spunta il nome di Marrese

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Soap opera lucana finita oppure no? La tragicomica telenovela del centrosinistra in Basilicata dovrà necessariamente terminare entro i prossimi cinque giorni, quando scadrà la presentazione delle liste. Nel frattempo, l'ultima novità (sempre pronta a essere immediatamente aggiornata per folli giochi tutti interni al fronte giallorosso) è che Partito Democratico e Movimento 5 Stelle hanno trovato ufficialmente l'intesa su Piero Marrese, attuale presidente dem della Provincia di Matera e sindaco di Montalbano Jonico. Il patto per la candidatura alle elezioni regionali dei prossimi 21 e 22 aprile è stato sancito all'unanimità insieme anche a Verdi, Sinistra Italiana, Socialisti e +Europa. "La proposta di un amministratore capace e credibile come Piero Marrese", scrivono in una nota i firmatari delle forze politiche lucane di centrosinistra, rappresenta "l'alternativa di buon governo che serve alla Lucania: concretezza, presenza sul territorio, rinnovamento". Ancora da capire come si comporterà invece il movimento civivo che doveva fare parte del "campo largo", ovvero "Basilicata casa comune", che aveva lanciato sei mesi fa la candidatura di Angelo Chiorazzo, in cima alla preferenze fino a mercoledì scorso.

Marrese - già in lizza nelle scorse settimane come possibile rappresentante della coalizione insieme a Lorenzo Bochicchio, ex direttore dell'Asl di Potenza - diventa così il quarto nome che si è periodicamente alternato solo in questi ultimi quattro giorni come possibile sfidante di Vito Bardi, governatore lucano uscente già ampiamente riconfermato dal centrodestra, più Italia Viv). Il primo era stato lo stesso Chiorazzo, imprenditore sponsorizzato insistentemente dall'ex ministro Roberto Speranza ma per nulla ben visto dai grillini in quanto considerato troppo poco etichettabile nello schieramento di sinistra. Dopo molteplici riunioni e trattative, Chiorazzo aveva otteneuto la parola definitiva su una candidatura a lui gradita per ritirarsi dalla corsa e permettere la nascita, anche in Basilicata, del cosiddetto "campo largo".

A quel punto il M5S ha posto il veto su Carlo Calenda: Azione viene così estromessa dall'alleanza e da Roma Giuseppe Conte impone, in collaborazione con Schlein, Fratoianni e Bonelli, la candidatura di Domenico Lacerenza. Quest'ultimo è uno stimato professionista e chirurgo oculista, che però non sa nulla politica e di pubblica amministrazione (come ammesso da lui stesso) e che pare arrivato da Marte: "Sono stato catapultato in questa impresa, che può incuriosire, mi rendo conto, ma mi servono 24 ore per orientarmi", aveva dichiarato lo stesso Lacerenza a caldo una volta uscita dalla sua sala operatoria. Pd e 5 Stelle lo mandano allo sbaraglio, i militanti locali si ribellano e il medico viene impallinato.

Ieri pomeriggio Lacerenza si ritira ufficialmente e ricomincia il "Giorno della Marmotta". Nelle ultime ventiquattro ore di passione fonti qualificate rivelano che il Movimento 5 Stelle di dice pronto a correre da solo, il Partito Democratico non sa chi candidare e dal nulla spunta l'autocandidatura di Piero Lacorazza, già presidente della Provincia di Potenza ed ex consigliere regionale: "Vista la difficoltà del momento, siamo chiamati ad offrire disponibilità, a mettere a disposizioni idee e conoscenza del territorio. Mi metto al servizio di una comunità con la candidatura a Presidente della Regione. Confrontiamoci", scrive su Twitter. Intanto il partito di Matteo Renzi annuncia che sosterrà Bardi; Azione lo farà con tutta probabilità a breve.

Le uniche certezze sono che Angelo Chiorazzo torna di nuovo in campo e correrà con la sua "Basilicata Casa Comune", mentre anche il terzo nome proposto viene bruciato. Ora tocca a Piero Marrese: riuscirà a durare (questa volta veramente) fino al 22 marzo?

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