L'articolo della domenica

La buona politica si impara a Chiasso

Non occorre andare in Finlandia per trovare un’amministrazione (e una popo­lazione) virtuosa, basta andare a Chiasso...

In questi ultimi tempi si e visto che esiste una differenza profonda fra il nord e il sud dell’Europa. Nel linguaggio di Monti e dei suoi ministri ci sono dei paesi virtuosi, Germa­nia, Danimarca, Finlandia (tutti del nord) e al­tri, Italia, Spagna, Grecia, Portogallo (tutti del sud) che, all’opposto, sono viziosi. Nei paesi virtuosi l’amministrazione pubblica è sempli­ce, razionale, fornisce dei buoni servizi, tutti pagano le tasse e la giustizia è rapida e impar­ziale. Negli altri avviene il contrario.

In realtà non occorre andare in Finlandia per trovare un’amministrazione (e una popo­lazione) virtuosa, basta andare a Chiasso, a Lugano e ci si accorge che, anziché astronomi­ci pedaggi autostradali, si paga una sola som­ma per tutto l’anno, che le tasse si concordano amichevolmente,che hanno risoltoil proble­ma delle immondizie e che c’è dovunque ordi­ne e disciplina. D’altronde una situazione si­mile nel secolo scorso c’era anche da noi, in Piemonte e nel Lombardo-Veneto governato dall’Austria.Con l’unificazione a poco a poco è prevalsa una concezione dello Stato, del di­ritto, della educazione, più arcaica, meno rigo­rosa e in seguito si è affermata una classe politi­ca che, negli ultimi tempi, era diventata così ir­razionale, ignorante e litigiosa che è stato ne­cessario fare un governo con personalità che non provengono dalla politica. Il governo Monti è stato presentato come economico, in realtà ha incominciato a fare quelle riforme istituzionali che avvicinano il nostro paese al­l’Europa e che i nostri politici non sarebbero mai riusciti a fare: riformare la struttura dello Stato e della pubblica amministrazione a par­tire dalle regioni e delle province, dare all’ese­cutivo una sua efficienza e una sua area istitu­zionale di competenza rispetto al Parlamen­to, alle parti sociali e alla magistratura.

Io personalmente mi auguro che, dopo Monti, anche gli altri politici comincino a pen­sare che è proprio questo il compito che li aspetta nei prossimi dieci anni: rendere mo­derno lo Stato italiano copiando quello che di buono fanno i nostri vicini più efficienti.

Ma anche cercando di rendere più razionale la nostra mentalità e la nostra cultura politica combattendo prima di tutto in se stessi l’igno­ranza, il pressappochismo, la litigiosità e la de­magogia.

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