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Bevono davanti a un tempio indù: italiani frustati

Decine di ragazzi di vari Paesi subiscono un duro pestaggio da parte di otto poliziotti

Bevono davanti a un tempio indù: italiani frustati

Berlino - Almeno 70 turisti occidentali brutalizzati la notte di San Valentino dalla polizia indiana a Gokarna, nello Stato meridionale del Karnataka. Lo riferisce la Süddeutsche Zeitung, fra i più autorevoli quotidiani tedeschi. Sono due testimoni europei dell'«incidente» a riportare direttamente al giornale di Monaco di Baviera quanto avvenuto in uno dei paradisi del relax a soli 100 km da Goa. A fare da sfondo all'episodio di violenza Kudle Beach, meta abituale di un turismo a basso costo. Molti i giovani tedeschi, italiani, israeliani e statunitensi con lo zaino sulle spalle. Nel corso di un raduno notturno, il gruppo internazionale si diverte al suono delle chitarre. L'atmosfera è rilassata, ci sono dei falò, circola la birra e anche qualche spinello. Verso la mezzanotte arrivano tre uomini dotati di torcia: sono in borghese ma si qualificano come agenti di polizia. La città è lontana, il gruppo non sta facendo troppo rumore e, anche se alcol e hashish sono banditi dalla zona perché Gokarna è una città nota per i suoi templi indù, i poliziotti non sembrano troppo contrariati. Due ore dopo, invece, gli agenti indiani tornano. Questa volta sono in otto e tutti in uniforme. Scattano le perquisizioni e salta fuori l'hashish. Quello che segue, si legge, «è forse un problema di comunicazione dovuto al cattivo inglese degli indiani e degli italiani». Sta di fatto che i turisti sono messi tutti in riga. Spuntano delle canne di bambù e comincia una fustigazione collettiva. Molto brutte le foto della Süddeutsche: natiche e pance segnate a sangue, ferite, ematomi. La parola passa alla stampa indiana: India Today e il Bangalore Mirror riferiscono delle denunce riportate a numerose ambasciate (non a quella italiana) ma montano anche polemiche: i turisti facevano troppo chiasso e le foto sono frutto di fotomontaggio. «Scioccati», il ministero dell'Interno e del Turismo annunciano un'inchiesta.

E mentre su Facebook nasce il gruppo «Gokarna police violence» per raccogliere testimonianze sull'accaduto, la stampa locale si affretta a intervistare altri turisti che a Gokarna «si sentono sicuri».

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