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I bitcoin ora sono soldi veri e diventano carte di credito

La metamorfosi della valuta nata dal web: da sinonimo di transazioni sospette a denaro accettato pure dagli hotel. E presto pure da eBay

I bitcoin ora sono soldi veri e diventano carte di credito

Fino a un anno fa la maggior parte delle persone non aveva idea di cosa fossero. Chi ne aveva sentito parlare li associava mentalmente soprattutto a Silk Road - il portale di e-commerce che vendeva droghe in tutto il mondo, chiuso nell'ottobre scorso - oppure a riciclaggio di denaro e traffico di materiale pedo-pornografico. In effetti è soprattutto così che i bitcoin hanno cominciato a circolare. Ma ora il destino delle monete virtuali nate in rete (inventate nel 2009, da un anonimo, o forse un gruppo di anonimi, con lo pseudonimo Satoshi Nakamoto) che consentono transazioni tra sconosciuti sottratte ai controlli delle autorità bancarie, sta nettamente cambiando. Un'inversione a U che trasforma il bitcoin da valuta per acquisti illeciti da parte di smanettoni e facile escamotage per il money-washing a nuovo strumento, potenzialmente di massa, per gli acquisti online divenuti ormai pratica comune per tutti.
Negli ultimi mesi sempre più realtà commerciali popolari stanno aprendo ai pagamenti attraverso la moneta digitale. L'ultima in ordine di tempo è niente meno che eBay, il colosso di aste e vendite online: la sezione britannica tra poco più di due settimane, il 10 febbraio, aprirà una sezione dedicata alla compravendita di bitcoin. L'azienda fa sapere che non esclude di aprire un canale analogo anche in altri Paesi, Italia compresa. E prima di eBay ad accettare i bitcoin sono stati gli hotel e casino D e Golden Gate di Las Vegas, dove da mercoledì scorso questo pagamento è equiparato a quelli con carta di credito Visa, Mastercard o con il circuito Paypal. Tra i retailer ci sono da quest'anno lo store online overstock.com e il marchio di lingerie Victoria's Secret, mentre già mesi fa l'Università di Nicosia, Cipro, ha consentito agli studenti di versare le tasse con la moneta che sorpassa i controlli delle autorità finanziarie. A Vancouver gli imprenditori Jackson Warren e Paul Szczesny, raccontava ieri il Washington Post, hanno aperto il primo bancomat di bitcoin, che in un mese ha registrato transazioni per un milione di dollari. Sono convinti che entro fine anno apriranno migliaia di sportelli nel mondo.
Intanto il valore del bitcoin è lievitato: un anno fa valeva una trentina di dollari, oggi oscilla tra 848 e 869. Mentre l'attrattiva della moneta nei mercati tradizionali cresce, c'è chi identifica nel bitcoin addirittura la prossima rivoluzione.
A sostenerlo non sono (solo) i soliti che inneggiano con faciloneria all'«invenzione del secolo» ad ogni novità che si affaccia. C'è pure Marc Andreesen, uno dei padri fondatori di Internet: è l'uomo che mise in piedi Mosaic, tra i primi programmi per navigare. Oggi fa soprattutto l'investitore (ha finanziato, tra gli altri, successi planetari come Facebook, Twitter, Groupon e Skype), e ha scritto sul New York Times che «il 2014 sarà l'anno dei bitcoin come il 1975 fu l'anno dei pc e il 1993 l'anno di Internet». Citando a suo favore l'opinione scettiche ma non del tutto contraria dell'ex capo della Fed Ben Bernanke, Andreesen ha insistito sulla questione della sicurezza, indicata da molti come il punto debole dei bitcoin. La possibilità per un utente di «trasferire un pezzo della sua proprietà digitale ad un altro utente di internet», ha scritto, è garantita dal fatto che in questo sistema «ciascuno sa che la transazione è avvenuta e nessuno può metterne in dubbio la legittimità». Oggi si calcola che circolino circa 12,3 milioni di bitcoin.

Il numero potrebbe presto raddoppiare.
Twitter @giulianadevivo

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